domenica 25 agosto 2024

Cant' ermosa ses natura

di Franco Sotgiu


Qualche mese fa il 15 giugno 2024 alla XVII edizione del premio di poesia in lingua sarda "Benvenuto Lobina" di Villanova Tulo  ha avuto una segnalazione una mia poesia. 

La pubblico in versione originale e con la traduzione.


Cant' ermosa ses natura  

 

Ammiro sa natura totu canta

chi siat beranu, atonzu, ierru o istiu.

Mi piaghet su murmutu de onzi riu,

s'umbra, s'ùmida frunza de sa pranta,

s'abba, si proet, sia paga o tanta,

de sos puzones bolos e pìuliu.

Rispeto logos, matas, animales

los carigno, los trato che carrales.

 

No timo sa furrida unda 'e su mare

arta possente  movia  de sa traschia.

M'ammajat bìere sa tzurulia

chi pasat o si pesat a bolare;

cando a sero pustis s'iscurigare

su craru de sa luna mustrat s' 'ia.

Semper a la mirare mi che frimo

est natura, cosa chi deo istimo.

 

Mi piaghet cando tronat in beranu

e su chelu si lughet de sos lampos,

si bio sas erbas birdes de sos campos

pijadas de lentore su  manzanu.

Un'ispiga chi sèberat  su ranu,

sas naes inue brotant medas rampos.

In sa natura, modde siat o tostu

onni èssere tenet unu postu.

 

Cuntentadu cand' unu conchemàzu

a pustis tempus si mudat in rana;

si s'iscoberit una domo 'e Jana,

si aleno su nuscore crispu 'e s'azu.

Si bio su cane chi chena coràzu

timet sa fera ch'essit de sa tana.

Mi piaghen sos bobois e cugumeddos

cun su matzone iscàmbio duos faeddos.

 

Amo onzi cosa cand'est naturale,

su sole, sos pianetas e sa luna,

chelos e nues e si tenzo fortuna

bio a Vènere bella su chintale.

M'amparo cando surbiat su maistrale,

de niadas friscas no mi nde perdo una.

Tio cherrer' cumandare s'iscritura,

iscriet: cant' ermosa ses natura.

 

*****


Ammiro la natura tutta quanta

che sia primavera autunno inverno o estate.

Mi piace il mormorio di ogni ruscello,

l’ombra, l’umida fronda della pianta,

l’acqua, se piove, che sia poca o tanta,

degli uccelli i voli e il cinguettio. 

Rispetto habitat, piante, animali

li accarezzo e li tratto come fratelli

 

Non temo l’impetuosa onda del mare

alta possente mossa dalla tempesta.

M’incanta vedere la poiana

che riposa o si alza in volo;

quando la sera dopo il tramonto

il chiaro di luna mostra la via.

Mi fermo sempre a guardare

è natura è cosa che io stimo.

 

Mi piace quando tuona in primavera

e il cielo si illumina dai lampi,

se vedo le erbe verdi dei campi

piegate il mattino dalla rugiada.

Una spiga che fa crescere il chicco,

il ramo dove germogliano le fronde.

In natura che sia tenero o duro

ogni essere ha un suo posto.

 

Soddisfatto quando un girino

dopo un po di tempo muta in rana;

se si scopre una domus de Jana,

se respiro il forte odore dell’aglio.

Se vedo un cane pavido

      impaurito dalla fiera che esce dalla tana.

Mi piacciono gli insetti e i funghi

con  la volpe scambio due chiacchere.

 

Amo ogni cosa quando è naturale,

il sole, i pianeti e la luna,

cieli e nuvole e se ho fortuna

vedo Venere bella all’albeggiare.

Mi proteggo se sibila il maestrale,

delle nevicate fresche non me ne perdo una.

Vorrei padroneggiare la scrittura,

scrivere: quanto sei bella natura.




 

 

martedì 16 maggio 2023

Anacamptis della Sardegna


Foto delle specie di Anacamptis presenti in Sardegna 


                    Sectio Saccatae: Anacamptis collina

                    Sectio Coriophorae: Anacamptis fragrans 

                    Sectio Laxiflorae: Anacamptis laxiflora

                    Sectio Moriones: Anacamptis longicornu

                    Sectio Papilionaceae: Anacamptis papilionacea

                                                        Anacamptis vexillifera    

                    Sectio Anacamptis: Anacamptis palustris

                    Sectio Anacamptis: Anacamptis pyramidalis 

                      


 Anacamptis collina 

(Banks & Sol. ex Russell) R.M.Bateman, Pridgeon & M.W.Chase 1997









Anacamptis fragrans 
(Pollini) R.M.Bateman 2003










Anacamptis laxiflora
(Lam.) R.M. Bateman. Pridgeon & M.W.Chase 1997










Anacamptis longicornu 
(Poir.) R.M. Bateman. Pridgeon & M.W.Chase 1997









Anacamptis papilionacea var. papilionacea
(L.) R.M. Bateman. Pridgeon & M.W.Chase 1997










Anacamptis papilionacea var. vexillifera
(A. Terracc.) Romolini & Biagioli 2020













Anacamptis palustris
(Jacq.) R.M.Bateman, Pridgeon & M.W.Chase











Anacamptis pyramidalis
(L.) Rich. 1817













lunedì 8 maggio 2023

Piccola storia triste

di una xSerapicamptis recisa in piena fioritura. 





Un’appassionata di Orchidee spontanee, la sig.ra Claudia Flore in una delle sue escursioni, ritrova un bellissimo nonché rarissimo ibrido.




E’ nota la propensione delle orchidee anche vista la capacità di incrociare i loro geni ad ibridarsi non solo tra specie dello stesso genere, ma anche come in questo caso (bisogna dire che ciò avviene assai raramente), tra specie di generi diversi. Dopo aver postato la foto nelle pagina “Orchidee di Sardegna” e chiesto un parere su che ibrido potesse essere, avevo, sollecitato anche da Armando Pau e da Antonio Licheri, risposto alla richiesta accompagnando la signora Claudia nel sito del ritrovamento (già da me conosciuto e visitato più volte), esaminando il posto e le specie presenti. Fotografando l’ibrido e prelevando un fiore della piantina per continuarne l’esame a casa. Stabilito che si trattava di un ibrido intergenerico che aveva come generi parentali Anacamptis e Serapias.



C’era da determinare quali specie erano concretamente i suoi genitori. Del genere Anacamptis mi era sembrato logico scegliere A. papilionacea che era in quei giorni in piena fioritura esattamente come l’ibrido ed anche morfocromaticamente tale scelta mi era sembrata la più logica. Restava da vedere quale tra due specie del genere Serapias (S. lingua o S. cyrnosarda) era l’altro genitore. Dall’osservazione della callosità basale dell’ibrido sembrava più giusto puntare a S. cyrnosarda in quando le callosità erano simili con un canale ben marcato in senso longitudinale. Il problema però rimaneva irrisolto perché contattando i miei amici studiosi di Serapias e anche degli ibridi che l’avevano come genitore, nessuno aveva la minima idea su come poteva essere la callosità basale dell’ibrido e non c’erano descrizioni o foto in letteratura orchidologica.




Non restava altro che l’analisi del Dna per stabilire quali erano i genitori della nostra.

Ho sentito Mauro Biagioli, Presidente di G.I.R.O.S. che mi aveva in altre occasioni parlato della possibilità di analizzare il Dna con la professionalità scientifica del Dipartimento di Biologia, Ecologia e Scienze della Terra dell’Università della Calabria e in particolare del Dott. Giuseppe Pellegrino.

A quel punto ho contattato il Dott. Pellegrino che mi ha dato la sua disponibilità. Felice e soddisfatto della possibilità concreta di avere una risposta sono tornato nel sito di ritrovamento per prelevare una foglia dell’ibrido e una foglia delle specie presunte parenti.




Sorpresa, la piantina sparita.

Il posto compromesso con altre orchidee piegate a altre piantine di altre famiglie recise e calpestate.


Serapias lingua (presunto genitore) 


Rabbia. Ho represso, sforzandomi, la voglia di piangere, ho tentato di capire chi potesse essere stato a fare lo scempio e ho contato molto oltre il dieci canonico per impedirmi sardos frastimos augurando al giardiniere malesorti e gravi danni. Bonu proe li fetzat.

Serapias cyrnosarda (l'altro presunto genitore) 

Restano le foto scattate nel sito e quelle scattate in casa al fiore che avevo (con senso di colpa) preso per studio e il ricordo di un bellissimo e indimenticabile intergenerico.