Meteorologicamente parlando siamo già in autunno, infatti l’autunno per i
meteorologi inizia il primo Settembre. Tra
qualche settimana potrebbe, condizioni del tempo permettendo, iniziare anche l’autunno per i micologi e per i
semplici raccoglitori di funghi.
L'autunno, in particolare nella nostra isola, è
la stagione più propizia per la nascita delle specie fungine più ricercate.
Purtroppo, vista la sovrabbondanza di specie
che crescono contemporaneamente, è anche quella più propizia alle intossicazioni da funghi.
Negli ultimi decenni, con l’aumento
della divulgazione: corsi di base, mostre, pubblicazioni, articoli sui media, internet etc. sui funghi e sul loro uso culinario, è aumentato notevolmente anche il numero di raccoglitori e cuochi “esperti”.
La conseguenza di ciò è che mentre prima chi cercava i funghi conosceva le sue tre-quattro specie fungine commestibili e si limitava a raccogliere
quelle, ora per molti, le specie “conosciute” sono aumentate.
Tali “intenditori” adesso, si vantano di raccogliere
un numero superiore alle 15 specie ed è perciò che proprio loro, gli
“intenditori” e i loro amici e familiari sono stati ultimamente i più colpiti dalle intossicazioni fungine.
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Con questo primo intervento, voglio approfondire il discorso sulle prime due delle specie che hanno causato molti di tali avvelenamenti.
Macrolepiota procera - Chlorophyllum rachodes
Macrolepiota procera (Scop.: Fr.) Singer
Chlorophyllum rachodes (Vittad.) Vellinga
Uno dei funghi più ricercati Macrolepiota procera viene spesso
confuso con Chlorophyllum rachodes che adesso (dopo gli studi di biologia molecolare, di Vellinga in particolare), comprende per sinonimia le Macrolepiota del gruppo rachodes (Macrolepiota
rachodes, bohemica, venenata etc.).
Chlorophyllum rachodes è specie tossica che
provoca una sindrome a breve latenza: la sindrome gastrointestinale o resinoide.
I sintomi di questa sindrome sono quasi
immediati: 1/3 ore dopo il consumo, compaiono nel soggetto intossicato
nausea, dolori e crampi all’addome, vomito e subito dopo diarrea.
Normalmente la sintomatologia dura poche ore, ma a volte anche alcuni giorni. Nei casi più gravi anche una settimana. Non è rara l'evenienza per cui gli
intossicati devono essere ricoverati all’ospedale per essere sottoposti a lavanda
gastrica.
Come distinguere Macrolepiota procera da Chlorophyllum rachodes?
Come si può vedere dalle foto in alto, le due specie sono
molto simili sia come dimensioni che come colori e portamento, le differenze morfologiche che possono portarci
a discernere le due specie sono:
Macrolepiota procera
gambo di colore bruno, con anello ampio doppio mobile con zebrature che da
sotto l’anello arrivano fino al bulbo; non cambia colore al taglio o alla
frattura.
Chlorophyllum
rachodes gambo biancastro liscio senza zebrature con anello scorrevole; al tocco e al taglio vira
immediatamente al rosso o all’arancio-carota e dopo qualche minuto al
rosso-bruno.
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Lyophyllum decastes - Entoloma lividoalbum
Un’altra specie in
questi ultimi anni viene ricercata dai nuovi “intenditori” è Lyophyllum
decastes, fungo, purtroppo facilmente confondibile con specie simile tossica: Entoloma
lividoalbum. Tra le due, le differenze
morfologiche spesso sono nulle. Per evitare noie, bisogna conoscere e
distinguere bene le due specie.
Lyophyllum decastes (Fr.: Fr.) Sing.
Entoloma lividoalbum (Khun. & Romagn.) Kubicka
Se proprio vogliamo trovare differenze dobbiamo
guardare la zona imeniale: quando i due funghi sono maturi possiamo notare che Lyophyllum
decastes avendo la sporata bianca avrà anche a maturità le lamelle bianche; invece Entoloma ha le spore di colore rosa –
rosa/salmone, quindi a maturità le lamelle saranno di colore rosa.
Lyophyllum decastes (sempre - zona imeniale sporata bianca)
Entoloma lividoalbum (a maturazione zona imeniale sporata rosa)
Per chi
riesce a distinguere bene gli odori:
Lyophyllum decastes ha odore fungino e di
terra umida, Entoloma lividoalbum ha odore di farina, di farina bagnata che alla fine diventa nauseabondo, di farina rancida.
Anche Entoloma
lividoalbum provoca la sindrome gastrointestinale o resinoide i cui sintomi
sono simili a quelli di Chlorophyllum visti in precedenza.
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Tornerò prossimamente sull'argomento intossicazioni con nuove specie.
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