Terfezia leonis - (Tuvara 'e arena)
Un vecchio amico la scorsa primavera è stato in vacanza
in Marocco ed è rimasto sorpreso quando visitando la medina di Rabat si è
trovato di fronte ad una montagna di
patate che l’accompagnatore arabo gli diceva essere tartufi. Con un Sms mi ha
inviato una foto: erano davvero tartufi, o meglio erano quelli che vengono
chiamati “tartufi delle sabbie”, ascomiceti
che nascono sotto terra/sabbia (ipogei), appartenenti al genere Terfezia.
Proprio l’anno scorso, ho approfondito molto l’argomento con
studi bibliografici e pratici recandomi assieme al mio carissimo amico Umberto
Sanna, col quale tentiamo di tenere in piedi il Comitato Scientifico
dell’A.M.O. (Associazione Micologica
Oristanese) e ad un bravissimo cercatore di Palmas Arborea: Enrico
Contu, nei pochissimi spazi di crescita di questo ricercatissimo fungo.
Per quello che ho potuto constatare, in Italia, solo la
Sardegna, in particolare nella striscia
litoranea intorno alla città di Oristano, vanta una storia millenaria nella
ricerca e nell'uso ai fini alimentari della Terfezia e solo in queste zone le
varie specie di questo fungo ipogeo hanno assunto una denominazione dialettale;
molto comuni sono invece in diverse regioni dei Paesi del Nord Africa (Marocco,
Tunisia, Algeria), del Medio Oriente (Siria, Giordania, Turchia), nei Paesi del
Golfo Persico), della Penisola Iberica e delle isole e arcipelaghi spagnoli e
portoghesi (Baleari, Canarie, Azzorre etc.).
L'habitat
La Terfezia (Tuvara in sardo) si sviluppa nelle zone sabbiose vicine alla costa
e vive in rapporto micorrizico con alcune piantine della famiglia delle Cistaceae del genere Helianthemum, in particolare con Helianthemum
guttatum, Helianthemum aegyptiacum e Helianthemum guttatum var. plantagineum.
Terreno tipico di crescita
Periodo di crescita
Dal momento che tutte le Terfezie hanno uno stretto legame
di simbiosi micorrizica con Helianthemum,
è naturale che crescano in primavera quando la piantina simbionte si sviluppa e
fiorisce ed è in grado di interagire vitalmente col fungo.
Helianthemum guttatum - fioritura in Primavera
Quelle presenti nel territorio dell’Oristanese (da
Uras/Mogoro a Cuglieri/Santa Caterina) trovate in bibliografia, sono sei: io ho
avuto la possibilità di trovarne e documentarne quattro:
Terfezia leonis (Tuvara ‘e arena)
Terfezia leptoderma
(Tuvara leporina)
Terfezia olbiensis
(Tuvara orxiai)
Terfezia gennadii = Tuber
gennadii (Tuvara ‘e casu)
Ecco le foto:
Terfezia leonis (Tuvara ‘e arena)
Terfezia leptoderma (Tuvara leporina)
Terfezia gennadii = Tuber gennadii (Tuvara ‘e casu)
Terfezia olbiensis (Tuvara orxiai)
Le due che mi mancano sono Terfezia claveryi (Tuvara niedda) e Terfezia boudieri (Tuvara arrubia)
Come si raccolgono
Premetto subito che contrariamente a ciò che avviene per i
tartufi (genere Tuber), dove il ruolo principale è riservato ai cani ben
addestrati, nella raccolta della Terfezia, il ruolo dei cani è nullo.
Ciò è dovuto al fatto che i cani lavorano con l’olfatto e
sono abituati a percepire i forti odori emanati dai tartufi, mentre le Terfezie
non hanno quegli odori, o li hanno talmente tenui che i cani non li
percepiscono.
Lo scorso Aprile abbiamo fatto una prova con Pinuccio Pisu
(che non ha bisogno di presentazioni, tutti voi, o quasi, lo conoscete) e con i
suoi migliori cani da tartufo: Luna e Briciola (altrettanto conosciuti). Dopo
una passeggiata di chilometri sotto il sole, siamo tornati indietro a mani
vuote, nessuna Terfezia nel paniere.
I cercatori dell’oristanese, hanno perciò sviluppato negli
anni, per non dire nei millenni, sistemi di ricerca efficacissimi.
Il loro attrezzo comune è un particolare bastone lungo circa
130 cm,
che ha alle estremità i ferri del mestiere: da una parte uno spillone
di circa 15/20 cm
e dall’altra una sorta di paletta.
Il cercatore, camminando in mezzo alle piantine di Helianthemum, sonda il terreno con lo
spillone infilandolo nella sabbia per qualche centimetro. Il contatto del
metallo col substrato, trasmette alle mani vibrazioni e diffonde nell’aria
suoni diversi a seconda della compattezza dei granelli.
Enrico Contu al lavoro col suo prezioso bastone
Ecco, l’esperto cercatore riconosce dalle vibrazioni e dai
suoni la presenza o meno dei funghi.
Io ci ho provato, Enrico ogni tanto mi metteva in mano il
bastone, io tentavo di carpire qualche segnale, senza esito.
Una volta individuata la Terfezia (che di norma si trova a circa
10 cm di profondità), il cercatore usa
l’altra estremità, quella con la paletta e con mano esperta cava la Terfezia
fuori dal terreno.
Commestibilità
Le specie che ho documentato sono tutte commestibili e molto apprezzate nell’oristanese.
finalmente ho trovato notizie sul tartufo oristanese!
RispondiEliminaLuna e Briciola, due ottimi cani , forse non conoscono l'odore della Terfezia e non la prendono in considerazione ! ! !
RispondiEliminaChe voi sappiate, questo ipogeo è stato mai trovato nelle Marche o sulle coste Adriatiche?
Grazie ed "In bocca al lupo"
Dante
Dear Mr.Franco Sotgiu
RispondiEliminaI am mubarak Alissa from Saudi Arabia .I am importer of fresh desert truffles (terfezia).
I will be thankful your help me to get seller of terfezia.
Thank you
mubarak alissa
mobile no: 00966505486101
Dear Mubarak Alissa,
RispondiEliminala produzione di terfezia nella nostra zona è molto limitata e quindi non conviene attivare nessun canale commerciale.
Se invece, Lei è interessato ai tartufi, in particolare a Tuber aestivum, ci sono grandi possibilità.
Grazie e Lei.
buon giorno sono Giuseppe il mio cane ne ha cavato 3 in sicilia sui nebrodi nel mese di novembre a 1500 metri non conoscevamo questo tartufo poi un amico mi ha detto che si trattava di un terfezia
EliminaEsiste un tartufo color nero intenso senza venature chiare, odore tipico dell' tartufo? Esternamente somiglia a terfezia ma la sezione e nero violaceo com odore piacevole, umido
RispondiEliminaTanti anni fa (circa 75),ho visto vendere "sa tuvara" nel mercatino del mio pese, Ozieri, che probabilmente era stata raccolta nella pianura sabbiosa di Chilivani. Avevo chiesto a mia zia cosa fosse e quella mi aveva risposto:-Pucci!!! Tuvara-. (Che schifo!!! Tuvara) A dire il vero nessuno la comprava.
RispondiEliminaQuesto per farvi sapere che anche nella pianura di Chilivani cresceva sa tuvara e forse cresce ancora;sarebbe il caso di controllare.
Angelo Meridda
Mi chiamo Barciri Andrea e sono presidente del gruppo micologico di Parma G.Passerini è la prima volta che sento parlare di Terfezie l'attrezzo usato dal video sembrerebbe un attrezzo proibito per i funghi -tartufi- sono curioso di sapere se il nome olbiensis ha qualche riferimento con le spiaggie limitari di Olbia.Proverò ad indagare questa estate in loco.
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