Renato Guttuso: La Battaglia di Ponte dell'Ammiraglio 1951/52
Olio su tela cm 321 x 521- Firenze Galleria degli Uffizi
Renato Guttuso
Aldo Renato Guttuso
(Bagheria, Palermo 26 dicembre 1911 – Roma 18 gennaio 1987) pittore e
parlamentare del PCI.
Il
padre Gioacchino era un acquerellista dilettante, accorgendosi della
predisposizione di Renato per la pittura lo influenzò facendogli frequentare lo
studio del pittore Domenico Quattrociocchi e la bottega del pittore di carretti
siciliani Emilio Murdolo. A tredici anni Renato iniziò a datare e a firmare i
suoi lavoretti (copie di quadri di paesaggisti siciliani dell’Ottocento) e di
pittori francesi (Millet) o italiani contemporanei (Carrà) ed anche di ritratti
originali. Da adolescente frequentò lo studio del pittore futurista Pippo Rizzo
e più in generale gli ambienti frequentati dagli artisti palermitani. La sua
prima esposizione è una collettiva che si tenne a Palermo nel 1928 quando
Guttuso aveva 17 anni.
La sua
formazione politica sociale è influenzata dalle origini familiari (il nonno
Ciro aveva combattuto con Giuseppe Garibaldi) e dalle ristrettezze economiche
della famiglia sottoposta a soprusi da parte di fascisti e clericali a cui il
padre di Renato, Giocchino era inviso a causa delle sue idee di libertà e di
giustizia sociale.
Nel
1933 si trasferisce a Roma e ne assume la residenza. Nel 1935 partecipa con
suoi lavori alla II Quadriennale di Roma e nel 1936 alla Biennale di Venezia.
Dal 1937 collabora in veste di critico alle riviste «Le Arti», «Il Selvaggio» e
«Primato». Nel 1938 alla Galleria La Cometa di Roma espone le sue opere in una
personale. Nel 1942 al «Premio Bergamo» si aggiudica il secondo premio con «la
Crocifissione» che aveva realizzato nel 1940.
In
quegli anni di guerra (1943-1945), partecipa attivamente alla lotta contro il nazifascismo
e dipinge con inchiostri colorati la serie di tavole Gott mit uns. Nel periodo
successivo subisce l’influenza della figurazione
post-cubista di Picasso. Guttuso non nascondeva la sua propensione per una
pittura impegnata socialmente e negli anni del dopoguerra aderì al Fronte Nuovo
delle Arti che si poneva in antitesi rispetto alle tendenze formaliste di quasi
tutta l’arte astratta. Alla fine degli anni Cinquanta i suoi quadri vengono
influenzati dall’espressionismo e dipinge 1959/60 «La discussione» acquistato dalla Tate
Gallery di Londra. Nel 1961 a Mosca al Museo Puskin tiene una grande mostra
personale.
Nel 1971 gli
vengono dedicate due grandi antologiche a Palazzo dei Normanni a Palermo e al
Musée d’Art Moderne de la Ville di Parigi. Nel 1972 esce il suo libro «Il
mestiere di pittore». Nel 1973 per la Galleria Civica di Bagheria sceglie una
serie di opere sue e di altri artisti. Nel 1982 al centro di Cultura di Palazzo
Grassi a Venezia gli viene allestita una grande mostra antologica. Tre anni più
tardi espone a Palazzo Reale a Milano e affresca la volta del Teatro lirico di
Messina.
Alle elezioni politiche del 20 giugno 1976 Renato Guttuso venne candidato al Senato dal Partito Comunista Italiano ed eletto Senatore della Repubblica nel collegio di Sciacca in Sicilia. Venne poi riconfermato nelle elezioni del 3 giugno 1979 nel collegio di Lucera.
Alle elezioni politiche del 20 giugno 1976 Renato Guttuso venne candidato al Senato dal Partito Comunista Italiano ed eletto Senatore della Repubblica nel collegio di Sciacca in Sicilia. Venne poi riconfermato nelle elezioni del 3 giugno 1979 nel collegio di Lucera.
Il dipinto: La battaglia di Ponte dell’Ammiraglio
In
preparazione del grande dipinto Renato Guttuso eseguì molti studi e bozzetti preparatori
e nel 1951 un olio su tela di proprietà della CGIL, in questa foto.
Ponte dell'Ammiraglio
La
battaglia di Ponte dell’Ammiraglio fu conclusa da Guttuso nel 1952 e lo stesso
anno venne presentata alla biennale di Venezia. Già durante la sua
realizzazione il dipinto divenne oggetto di discussione per la scelta
dell’artista di attualizzare il dipinto raffigurando col volto dei combattenti
garibaldini diversi esponenti della cultura, dell’arte e della politica di
quegli anni, tutti militanti e dirigenti del Partito Comunista Italiano. Renato
Guttuso che era a sua volta militante e dirigente dello stesso partito
intendeva in quel modo legare la storia dell’epopea garibaldina alla storia più
recente dell’Italia, alla resistenza, alle battaglie della sinistra in quei
difficili anni in cui per volere degli USA, De Gasperi e il gruppo dirigente
della DC avevano rotto l’unità dei partiti antifascisti. Il dipinto venne
regalato da Guttuso al PCI e venne collocato nel salone delle riunioni della
scuola del partito alle Frattocchie (nella zona dei castelli romani). Negli
anni 90 dopo lo scioglimento del PCI e la chiusura di Frattocchie il dipinto fu
venduto alla Galleria degli Uffizi di Firenze dove si trova attualmente.
Ponte dell'Ammiraglio
Ponte dell’Ammiraglio di Palermo è un ponte a dodici arcate
costruito intorno al 1113
dai normanni che a
quell’epoca dominavano la città. Prende il nome da Giorgio d’Antiochia che era
un Ammiraglio dell’esercito di re Ruggero II°. In origine collegava la città di
Palermo ai giardini che si trovavano oltre il fiume Oreto. Attualmente, il
fiume non scorre più sotto le sue arcate, nel 1938, infatti il corso dell’Oreto
venne deviato per proteggere i quartieri dove scorreva dai suoi continui
straripamenti. Al posto dell’acqua c’è un giardino, ricco di piante grasse e un
viale alberato e si può raggiungere da Corso dei Mille.
Garibaldi
e la battaglia di Ponte dell'Ammiraglio
Il 27
maggio del 1860 alle prime luci dell’alba, presso il ponte
dell’Ammiraglio, il generale Giuseppe
Garibaldi alla guida dei mille e dei picciotti, attaccò il contingente delle
truppe borboniche guidate dal generale Ferdinando Lanza. I soldati dei Borbone
erano stati posizionati proprio in quel punto perché avevano il compito di
presidiare la zona meridionale della città da dove si sapeva sarebbero giunti
gli uomini della Spedizione dei mille. I garibaldini, infatti, provenivano dalla frazione di Gibilrossa nei
pressi del Monte Grifone che si trova a Sud di Palermo. Una volta passato il
ponte dell’Ammiraglio, le camicie rosse, nonostante la forte resistenza delle truppe
borboniche, irruppero a Palermo passando da Porta Termini.
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