"Non sono povero,
poveri sono coloro che credono
che io sia povero.
Ho poche cose, sì, il minimo,
ma solo per essere ricco. "
"Voglio avere il tempo
da dedicare alle cose che mi motivano.
E se avessi un sacco di cose avrei dovuto
dedicarmi a loro e non fare
quello che davvero mi piace.
Questa è la vera libertà,
l’austerità, il consumare poco. La casa piccola,
per poter dedicare il tempo
a quello che veramente piace.
Altrimenti, dovrei avere un dipendente
e dentro casa già ho una che mi aiuta.
Se ho molte cose
devo passare tempo a controllarle perché
non me le portino via.
che io sia povero.
Ho poche cose, sì, il minimo,
ma solo per essere ricco. "
"Voglio avere il tempo
da dedicare alle cose che mi motivano.
E se avessi un sacco di cose avrei dovuto
dedicarmi a loro e non fare
quello che davvero mi piace.
Questa è la vera libertà,
l’austerità, il consumare poco. La casa piccola,
per poter dedicare il tempo
a quello che veramente piace.
Altrimenti, dovrei avere un dipendente
e dentro casa già ho una che mi aiuta.
Se ho molte cose
devo passare tempo a controllarle perché
non me le portino via.
No, tre piccoli pezzi mi bastano.
Passiamo la scopa la vecchia e io;
e subito, abbiamo finito.
Dopo abbiamo il tempo
per quello che realmente ci appassiona. Non siamo poveri ".
Passiamo la scopa la vecchia e io;
e subito, abbiamo finito.
Dopo abbiamo il tempo
per quello che realmente ci appassiona. Non siamo poveri ".
Pepe Mujica e Lucia Topolansky
Uscendo
fuori dagli argomenti che di solito tratto in questo blog, questa volta voglio
parlare di quest'uomo senza voler fare filosofia e senza esaltarne oltremodo la
figura limitandomi solo (ma questo è già tanto) alla nuda biografia.
José Alberto
“Pepe” Mujica Cordano è nato a Montevideo il 20 maggio 1935, i suoi antenati da
parte del padre erano di origine spagnola e provenivano da Tolosa, poco
distante da San Sebastian nei Paesi Baschi. Quelli da parte di madre erano
immigranti italiani provenienti dal Piemonte. Suo padre morì quando il piccolo
José aveva 6 anni, era un piccolo allevatore che poco prima di morire, vide
fallire la sua azienda.
Negli anni
Sessanta Josè Mujica entra a far parte del Movimento di Liberazione Nazionale
"Tupamaros".
In qualità
di membro di tale organizzazione, ha partecipato a operazioni di guerriglia,
pur continuando a lavorare nella sua fattoria fino al momento in cui ricercato
dalla polizia si rifugia nella clandestinità. In uno scontro armato con i
militari è rimasto ferito da numerosi proiettili. E' stato arrestato quattro
volte, per due volte è evaso dal carcere di Punta Carretas. In totale, Mujica
ha trascorso quasi 15 anni della sua vita in prigione. Il suo ultimo periodo di
detenzione è durato tredici anni, tra il 1972 e il 1985, ed è stato
particolarmente difficile.
E' stato uno
dei leader Tupamaros che la dittatura civile-militare ha preso come
"ostaggi", il che significava che sarebbe stato ucciso nel caso in
cui la sua organizzazione avesse ripreso a compiere azioni armate. In tale
situazione e in condizioni estreme di isolamento Mujica rimase undici anni.
Liberato nel 1985 al ritorno della democrazia, fonda con altri uomini della
sinistra dell’Uruguay il Movimento di Partecipazione Popolare (MPP), che
aderisce al Frente Amplio.
Nelle
elezioni del 1994 è stato eletto deputato per Montevideo. E nel 1999
senatore. Nel 2005 diventa ministro dell’ agricoltura. Quattro anni dopo avendo
vinto le primarie, diventa il candidato ufficiale del Frente Amplio
e il 29 novembre 2009 viene eletto alla presidenza della
repubblica.
Nel
Marzo del 2010, alla presenza tra gli altri di Hillary Clinton
(USA), Luiz Inácio Lula da Silva (Brasile), Álvaro
Uribe (Colombia) Cristina Fernández e Néstor Kirchner
(Argentina), Rafael Correa (Ecuador), Hugo Chavez (Venezuela), Evo Morales (Bolivia) ha prestato
giuramento.
Da
presidente, come aveva promesso, vive nel verde della sua povera fattoria alla
periferia di Montevideo. Con sua moglie, la senatrice Lucia Topolansky e
con Manuela la sua inseparabile cagnetta bastardina e a tre zampe (una persa in un incidente). Il palazzo presidenziale lo ha messo a disposizione delle associazioni assistenziali ed è diventato rifugio dei senzatetto.
Da presidente
ogni mese riceve come indennità di carica 250.000 pesos (circa 10.000 euro) . Di questi utilizza
circa 20.000 pesos che sono meno del 10% del totale. Il resto lo distribuisce
alle O.N.G. (Organizzazioni Non Governative), che li usano per aiuti alle piccole
imprese produttive e ai fondi di aiuto sociale. Sui pesos che gli rimangono
dice: "quei soldi mi bastano e avanzano perché ci sono altri
uruguayani che vivono con meno".
Da presidente
ha proposto di donare le cifre astronomiche delle pensioni presidenziali che
continuano a prendere gli ex presidenti dell’Uruguay.
Da presidente
utilizza una semplice Chevrolet Corsa, come mezzo di trasporto ufficiale e ha
abolito le auto blu. Prima, quando era deputato, per andare al parlamento usava
uno scooter Vespa.
Da presidente
veste in modo più “elegante” se così si può dire, rispetto a quando era
attivamente impegnato nelle campagne politiche, anche se il suo “look” è
ben lontano dall’abituale modo di vestire di un capo di stato.
Da presidente
i giornalisti raccontano di episodi che lo descrivono come una persona del
popolo che umilmente svolge il suo lavoro al servizio della gente dell’Uruguay.
Un episodio ad esempio è avvenuto in un negozio di ferramenta del quartiere di
Paso de la Arena a Montevideo dove Mujica aveva acquistato un coperchio di WC.
Alcuni ragazzi che l’avevano riconosciuto l’hanno invitato nel Club della
squadra di football di seconda divisione Hurricane. Senza scorta, quindi senza
sicurezza e senza eufemismi, Mujica ha improvvisato un discorso di
incoraggiamento per i giocatori che dovevano affrontare una partita, con in
mano il sedile del water, appena comprato.
Da presidente
secondo l'ultima dichiarazione depositata presso il Consiglio di trasparenza e
di etica pubblica dell’Uruguay, Pepe Mujica possiede solo un bene: un
maggiolino Volkswagen Fusca dal valore di 1.945 dollari. La fattoria dove abita
appartiene alla senatrice Lucia Topolansky che a sua volta dona alle ONG gran
parte del suo stipendio.
Da
presidente, insieme alla moglie senatrice, non hanno conti in banca ma neanche
debiti, coltivano fiori (tulipani) nei campi della fattoria dove vivono, e qualcuno lo vendono la domenica nel mercato rionale.
Da presidente
Pepe Mujica dice di dormire sonni tranquilli e che spera di completare il suo
mandato per potersi riposare ancora più tranquillamente tra i fiori della sua
fattoria di Rincón del Cerro.
Ora chiediamoci riusciamo a
immaginare la classe politica italiana che si comporta come Pepe?
Io purtroppo
no.
Per quel che mi riguarda posso dire di ammirare Pepe Mujica e penso che tutti quanti dovremmo fare una campagna
perché gli venga assegnato il premio Nobel.