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giovedì 31 luglio 2014
lunedì 21 luglio 2014
Spiego alcune cose (Explico algunas cosas) - Pablo Neruda
Nel
luglio del 1936 i cuatro generales
Francisco Franco, Emilio Mola, Gonzalo Queipo de Llano e José Enrique
Varela e il loro incontestato leader il generale José Sanjurjo, sollevarono le loro forze militari dando
inizio alla sanguinosa Guerra civile spagnola.
In
quel periodo Pablo Neruda era in Spagna, abitava a Madrid. I tragici
avvenimenti di quei giorni provocarono in lui uno sconvolgimento e una profonda
indignazione. Iniziò da lì la sua militanza nel Partito Comunista cileno, da un'immane
tragedia umana che ha avuto tragiche conseguenze nella vita di milioni e
milioni di persone non solo in Spagna ma nell'intero continente europeo ed anche
in altre parti del mondo.
La
poesia che posto ha come titolo Explico algunas cosas e fa parte della
raccolta scritta da Pablo Neruda subito dopo quei tragici avvenimenti
intitolata "España en el corazón" che venne stampata nel 1935 in
piena guerra dai soldati repubblicani con carta prodotta con mezzi di fortuna e
con la dicitura "ediciones Ejercito del Este". La pubblicazione
ufficiale avvenne poi nell'anno 1937.
*****
Explico algunas cosas
Preguntaréis:
¿Y dónde están las lilas?
¿Y la
metafísica cubierta de amapolas?
¿Y la
lluvia que a menudo golpeaba
sus
palabras llenándolas
de
agujeros y pájaros?
Os voy a
contar todo lo que me pasa.
Yo vivía
en un barrio
de Madrid,
con campanas,
con
relojes, con árboles.
Desde allí se veía
el rostro
seco de Castilla
como un
océano de cuero.
Mi casa era llamada
la casa de
las flores, porque por todas partes
estallaban
geranios: era
una bella
casa
con perros
y chiquillos.
Raúl, ¿te acuerdas?
¿Te
acuerdas, Rafael?
Federico, ¿te acuerdas
debajo de
la tierra,
te
acuerdas de mi casa con balcones en donde
la luz de
junio ahogaba flores en tu boca?
¡Hermano, hermano!
Todo
eran
grandes voces, sal de mercaderías,
aglomeraciones
de pan palpitante,
mercados
de mi barrio de Argüelles con su estatua
como un
tintero pálido entre las merluzas:
el aceite
llegaba a las cucharas,
un
profundo latido
de pies y
manos llenaba las calles,
metros,
litros, esencia
aguda de
la vida,
pescados hacinados,
contextura
de techos con sol frío en el cual
la flecha
se fatiga,
delirante marfil fino de las patatas,
tomates
repetidos hasta el mar.
Y una
mañana todo estaba ardiendo
y una
mañana las hogueras
salían de
la tierra
devorando
seres,
y desde
entonces fuego,
pólvora
desde entonces,
y desde
entonces sangre.
Bandidos con aviones y con moros,
bandidos
con sortijas y duquesas,
bandidos
con frailes negros bendiciendo
venían por
el cielo a matar niños,
y por las
calles la sangre de los niños
corría
simplemente, como sangre de niños.
¡Chacales
que el chacal rechazaría,
piedras
que el cardo seco mordería escupiendo,
víboras
que las víboras odiarían!
¡Frente a
vosotros he visto la sangre
de España
levantarse
para
ahogaros en una sola ola
de orgullo
y de cuchillos!
Generales
traidores:
mirad mi
casa muerta,
mirad
España rota:
pero de
cada casa muerta sale metal ardiendo
en vez de
flores,
pero de
cada hueco de España
sale
España,
pero de
cada niño muerto sale un fusil con ojos,
pero de
cada crimen nacen balas
que os
hallarán un día el sitio
del
corazón.
Preguntaréis:
¿por qué su poesía
no nos
habla del sueño, de las hojas,
de los
grandes volcanes de su país natal?
¡Venid a
ver la sangre por las calles,
venid a
ver
la sangre
por las calles,
venid a
ver la sangre
por las
calles !
*****
Spiego alcune cose
Chiederete: E dove sono i lillà?
E la metafisica coperta di papaveri?
E la pioggia che colpiva fitta
le sue parole riempiendole
di buchi e di uccelli?
Vi racconterò tutto quello che mi
succede.
Io vivevo in un quartiere
di Madrid, con campane,
con orologi, con alberi.
Da lì si vedeva
il viso asciutto di Castiglia
come un oceano di cuoio.
La mia casa era chiamata
la casa dei fiori, perché ovunque
scoppiavano gerani: era
una bella casa
con i cani e ragazzini.
Raúl,
ti ricordi?
Ti ricordi, Rafael?
Federico, ti ricordi
sotto la terra,
ti ricordi la mia casa coi balconi dove
la luce di giugno affogava fiori nella tua bocca?
Fratello, fratello!
Tutto
Ti ricordi, Rafael?
Federico, ti ricordi
sotto la terra,
ti ricordi la mia casa coi balconi dove
la luce di giugno affogava fiori nella tua bocca?
Fratello, fratello!
Tutto
Erano grandi voci, sale di
mercanzie,
agglomerazioni di pane palpitante,
bancarelle del mio quartiere di
Arguelles con la sua statua
come un calamaio pallido tra i
merluzzi:
l'olio raggiungeva i cucchiai, un
profondo pulsare
di piedi e mani riempiva le strade,
metri, litri, essenza
acuta della vita,
pesci
accatastati,
intreccio di tetti dove si
smarrivano
freddi raggi di sole,
delirante avorio fino delle patate,
file di pomodori fino al mare.
E una mattina bruciava tutto
e una mattina i fuochi
uscivano dalla terra
divorando esseri
e da allora fuoco,
polvere da allora,
e da allora sangue.
Banditi con aeroplani e con mori,
banditi con anelli e con duchesse,
banditi con neri preti benedicenti
venivano dal cielo ad uccidere
bambini,
e per le strade il sangue dei
bambini
correva semplicemente come sangue di
bambini.
Sciacalli che lo sciacallo scaccerebbe,
pietre che il cardo secco avrebbe
morso sputando,
vipere che le vipere odierebbero!
Di fronte a voi ho visto il sangue
di Spagna sollevarsi
per annegarvi in una sola onda
di orgoglio e di coltelli!
Generali traditori:
guardate la mia casa morta,
guardate la Spagna distrutta:
ma da ogni casa morta esce metallo
ardente
invece di fiori,
ma da ogni squarcio di Spagna
ma da ogni squarcio di Spagna
esce la Spagna,
ma da ogni bambino morto esce un
fucile con occhi,
ma da ogni crimine nascono
proiettili
che un giorno troveranno il bersaglio
del vostro cuore.
Domanderete perché la sua poesia
non ci parla del sogno, delle foglie,
dei grandi vulcani della sua terra
natale?
Venite a vedere il sangue per le
strade,
venite a vedere
il sangue per le strade,
venite a vedere il sangue
per le strade!
lunedì 7 luglio 2014
domenica 6 luglio 2014
Le digo a mi hijo - Dico a mio figlio - Naro a fizzu meu
Ventinove anni fa il 6 luglio del 1985 moriva a L'Avana Luis Rogelio Rodríguez Nogueras che era nato a L'Avana il 17 Novembre del 1944. Scrittore, poeta, sceneggiatore e giornalista.
Voglio ricordarlo con una sua poesia, come sempre nelle sue 3 versioni, la prima in originale (lingua spagnola), la seconda mia traduzione in italiano e la terza mia traduzione in limba sarda.
LE DIGO A MI HIJO
Arve
Zip: 72 años.
Sus
obras fueron publicadas por Ross y Japlan,
con prólogo del gran Uleg Gosbo.
Se voló los sesos en un cuarto del
hotel Potwi
porque lo había abandonado la
inspiración.
Dejó carta.
Elodika Amenidofflas: 35 años.
Obtuvo el codiciado Premio Yami de
Oro
por
sus actuaciones en el filme Borbe ik Sardaz.
Murió por sobredosis de barbitúricos.
Ultimamente tenía problemas con los
productores
a causa de los primeros planos.
No dejó carta.
Lim Pocmio: 48 años.
Maitre del Naktionel Simbeck Ballet
Grupi.
Fue apuñalado por un bailarín del
cuerpo de baile
a la salida del aeropuerto de
Candyburg.
Walaz Telemaco: 51 años.
Escultor laureado con la Orden
Oaszith de
primer grado.
Murió aplastado por una roca
cuando trabajaba en su Monumento a
Brancusi.
Vefardo Maddo: 39 años.
Poeta.
Su libro La edad que viene
mereció el Premio Rilke.
Murió de un infarto
mientras hacía el amor
con una joven admiradora de sus
versos.
Por eso siempre le digo a mi hijo:
estudia matemática,
hazte agricultor o militar
pórque el arte
mata.
DICO A MIO FIGLIO
(su in'idea di Brecht)
Arve Zip: 72 anni.
Le sue opere sono state pubblicate
da Ross e Japlan,
con la prefazione del grande Uleg
Gosbo.
Si fece saltare le cervella in una
stanza dell’hotel Potwi
perché l'ispirazione lo aveva
abbandonato.
Ha lasciato lettera.
Elodika Amenidofflas: 35 anni.
Ha vinto l'ambito Premio Yami d’Oro
per le sue interpretazioni nel film
Borbe ik Sardaz.
Morì per un'overdose di barbiturici.
Ultimamente aveva problemi con i
produttori
a causa dei primi piani.
Non ha lasciato lettera.
Lim Pocmio: 48 anni.
Maestro del Naktionel Simbeck Ballet
Grupi.
E 'stato accoltellato da un
ballerino del corpo di ballo
all'uscita dell'aeroporto di
Candyburg.
Telemaco Walaz: 51 anni.
Scultore laureato dell'Ordine
Oaszith di
primo grado.
Morì schiacciato da un masso
mentre lavorava al suo Monumento a
Brancusi.
Vefardo Maddo: 39 anni.
Poeta.
Il suo libro L’età che viene
meritò il premio Rilke.
Morì di infarto
mentre faceva l'amore
con una giovane ammiratrice dei suoi
versi.
Ecco perché io dico sempre a mio
figlio:
studia matematica,
diventa un agricoltore o militare
perché
l'arte
uccide.
Naro a fizu
meu
(subra un'idea de Brecht)
Antoni
Zirulia: 72 annos.
Sas operas
suas fuini pubricadas dae Rossini & Giunti,
cun
presentazione de Bittoriu Isgarbu.
Si c'hat fattu
brincare su crebeddu in d' unu apposentu
de s'hotel
Pramas ca d'haiat abbandonau s'ispirazione.
Hat lassau
littera.
Anzelu
Mendula: 35 annos.
Ad ottenniu su
preziosu Premiu Abe de Oro
pro commente
at retzitau in su film Bolbe Ik Sardaz.
Est mortu pro
subradose de barbituricos.
Urtimamente
teniat probremas cun sos produttores
pro crupa
de sos primos pianos.
No hat lassau
littera.
Linu Porcu: 48
annos.
Mastru de su
Gruppu Nazionale de Balletto
Puntu a
resorza dae unu ballerinu
a s'essida de
s'aereoportu de Sandiburgo.
Valatzas
Telemacu: 51 annos.
Iscultore
laureau cun s' Ordine Bernini de Primu
Gradu.
Est mortu
iscreffiau dae una rocca
cando
triballaiada in su sou Monumentu a Brancusi.
Vefargu
Maoddi: 39 annos.
Poeta.
Su libru
su Sa edade chi enidi
at meritau su
premiu Rilke.
Est mortu de
infartu
fainde s'amore
cun d'una
zovane chi ammiriada sos versos suos.
Pro cussu zeo
semper di naro a fizzu meu:
istudia
matematica, faedi massaju o sordau
poite s'arte
occhidi.
*****
Silvio Rodriguez ha dedicato al suo carissimo amico Luis Rogelio "Wichy" Nogueras diverse canzoni, io ho scelto questa tratta dall'album Descartes del 1988:
La tonada inasible
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