lunedì 16 settembre 2013

Te recuerdo Víctor Jara


Una chitarra nelle mani di chi difende l'umanità è un'arma che crea vita in ogni soffio di voce e sentimento. Il cantante cileno Victor Jara, col canto e la militanza, incoraggiava il suo popolo che, atterrito dalla povertà e dall'ingiustizia, osò alzarsi e scegliere la via del socialismo per cercare di vivere una vita migliore, controcorrente in un mondo afflitto dall’anticomunismo.


Non canto per cantare, né per avere una bella voce. Canto perché la mia chitarra ha senso e ragione ", cantava Victor Jara nel suo Manifiesto, canzone che sarà cantata migliaia di volte in tutto il mondo, soprattutto in America Latina. Mondo che ricorda con disprezzo il vile omicidio commesso 40 anni fa il 16 settembre 1973, alcuni giorni dopo il colpo di stato contro il presidente Salvador Allende, anche lui vittima dei militari fascisti sostenuti dagli Stati Uniti, l’11 settembre dello stesso anno.


Poeta, insegnante, regista teatrale e attivista del Partito Comunista del Cile, Jara è stato uno dei principali esponenti del movimento culturale della Nueva Canción Chilena, che ha avuto come fondatrice la cantante Violeta Parra che Victor Jara cita spesso nelle sue canzoni. Negli anni tra il 1960 e il 1970 questo movimento artistico creativo si sviluppò con nomi diversi in molti Paesi del Continente Americano: la Nueva Trova a Cuba, Canción Folclórica in Centro America  e Canto Nuevo nel Sud America. Anche se gli stili e i ritmi erano diversi, due elementi li accomunava: il rinnovamento della musica popolare e l’inclusione nei testi delle canzoni  di un messaggio sociale anti-capitalista e anti-imperialista.

 
La nuova canzone, fresca, vestita di sentimento, con suoni propri e sapori originali caratterizzava questa corrente creativa, si contrapponeva all’opprimente egemonia della cultura capitalista, che annichiliva l’autodeterminazione dei popoli dell’America Latina. La nuova canzone incitava la stragrande maggioranza dei latino-americani sommersi dalla povertà a ritrovare un nuovo slancio contro il neocolonialismo degli USA. Ecco il perché della crudeltà da parte dei golpisti nei confronti di un uomo di umili origini, come Victor Jara. Sua madre gli aveva insegnato la libertà di cantare, e lui si è unito al suo popolo dandogli la sua voce, le sue mani sulle corde della chitarra, come lavoro volontario. "Il canto ha un senso quando palpita nelle vene di chi morirà cantando le verità vere” cantava l'artista Víctor Jara che era nato in una famiglia di contadini, il 28 settembre 1932, nella città di San Ignacio, Dipartimento di Bulnes, Provincia di Ñuble.


La mattina del golpe l’11 settembre del 1973, Victor Jara era nel campus dell'Università Tecnica Statale (UTE) di Santiago del Cile, dove il presidente Allende doveva comunicare l’indizione di un referendum popolare per decidere se il governo di Unidad Popular che aveva vinto le elezioni, poteva o no continuare a governare il Cile. La decisione di indire il referendum fu causata dalla forte instabilità politica del Paese, provocata dalla destra che dalla data delle elezioni non aveva smesso un solo istante la sua azione di sabotaggio contro il governo socialista democraticamente eletto il 4 Settembre 1970.

La mattina dell’11 Settembre 1973, Víctor Jara, che era stato nominato ambasciatore culturale del governo di Unità Popolare, era arrivato al campus con la sua chitarra. Gli organizzatori della manifestazione gli avevano chiesto se sapeva cosa stava succedendo. "Certo che lo so, ma ho sentito alla radio Magallanes che ha detto che ognuno doveva presentarsi al suo posto di lavoro. Beh, io lavoro qui ed eccomi qui ", rispose Jara che dell’UTE  era regista teatrale.


Alcune ore dopo sarebbe stato arrestato presso l'università, insieme a centinaia di insegnanti e studenti che volevano resistere alla imposizione della nascente dittatura di Augusto Pinochet. Da lì è stato portato allo Stadio Cile dove è stato imprigionato e torturato insieme a migliaia di persone. Nello stadio gli frantumarono le mani coi calci dei fucili affinché non potesse mai più suonare la sua chitarra lavoratrice.

Riconosciuto dai soldati fascisti del regime, che sarebbe durato 17 anni, Jara venne separato dagli altri prigionieri e selvaggiamente picchiato per quattro giorni. La versione ufficiale dice che è stato ucciso il 16 settembre con almeno 44 proiettili. Tuttavia, altri testimoni, prigionieri dal regime di Pinochet, hanno dichiarato di aver notato già dal giorno 15 il corpo del cantautore con un gruppo di altre 30-40 uccise a fucilate.




"Che orrore causa il volto del fascismo! Svolgono i loro piani con precisione artistica. Senza importagli nulla. Il sangue per loro sono medaglie. La mattanza è un atto di eroismo ", ha scritto, al momento del suo arresto l'artista cileno, nella sua ultima poesia.

Il dolore per l'assassinio del cantautore cileno, e la solidarietà contro la crudeltà, portò al coinvolgimento di artisti e intellettuali in America Latina e in molti altri Paesi del mondo. Oggi ci sono molte canzoni dedicate a lui e alla lotta del popolo cileno, nonché riferimenti a suoi testi, edizioni speciali della sua vasta discografia e festival in suo onore.
"Cantare è stato coraggioso, sempre sarà nuova canzone," è la frase con la quale termina Manifiesto canzone che grida in modo inequivocabile che chi alza la voce per l’umanità creativa e costruisce l’uomo e la donna nuova, contro la ingiustizie, sarà una nuova alternativa al vecchio sistema fascista e conservatore che nega la vita e che onora la morte.

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Te recuerdo Amanda

La canzone più famosa di Víctor Jara è stata cantata da centinaia  di artisti di tutto il mondo, per rendercene conto basta fare una ricerca su You tube, Víctor l'aveva dedicata a sua madre Amanda e a suo padre Manuel, eccola cantata da lui:



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