Alfonsina y el mar - Omar López Garcia - Olio su tela
Scrivendo di “Alfonsina y el mar” voglio scrivere di quattro
persone che hanno avuto a che fare con questa canzone . Quattro persone speciali
che hanno vissuto gran parte della loro esistenza in Argentina, un paese da noi geograficamente lontano, abbastanza vicino
per molti altri aspetti. Un paese che ha sviluppato una sua cultura
aggregando elementi provenienti dai nativi argentini a quelli provenienti dall’emigrazione
europea di cui quella italiana è stata la principale. Musicalmente, in Argentina
hanno lavorato personaggi come Astor Piazzolla e Atahualpa Yupanqui esportando nel mondo Tango e Milonga. Una cultura, purtroppo da noi
poco conosciuta, dominati come siamo stati, dagli anni del dopo guerra in poi,
dagli elementi culturali e sub-culturali “americani” intesi come USA.
Alfonsina y el mar è
un zamba (*)composto dagli argentini Ariel Ramirez e Felix Luna, pubblicata per
la prima volta nell’ album di Mercedes
Sosa "Donne argentine" del 1969. La canzone è un omaggio alla poetessa
Alfonsina Storni, che si è suicidata nel
1938 a Mar del Plata, saltando in acqua da una scogliera. Secondo la canzone,
invece immergendosi lentamente nel mare.
Questo collegamento ha portato ad una voce diffusa ma
erronea, secondo la quale le parole della canzone erano in origine l’ultima lettera della poetessa,
musicata poi dagli autori della zamba.
Anche se Ariel Ramírez non conobbe direttamente la poetessa,
Alfonsina Storni, era stata alunna del padre di Ariel, Zenon Ramirez, che trasmise
a suo figlio il dramma della Storni impressionato dal suo ricordo e dalle poesie della Storni, che le fece leggere Felix Luna. Della canzone, Ramirez ha scritto prima la musica e poi Luna scrisse
le parole.
La canzone è molto popolare in tutto il mondo di lingua
spagnola, ed è stata interpretata da moltissimi cantanti famosi, tra i quali la cantante israeliana Yarkoni Jaffa, la norvegese Ane Brun, gli italiani Franco Simone, Eugenio Bennato e Antonella Ruggiero, la greca Nana
Mouskouri i tenori Alfredo Kraus, José Carreras, Placido Domingo. I cantanti Miguel Bosé, Shakira, Inti Illimani
Histórico, Vicente Fernandez, Maria Jimenez, Pedro
Guerra, e decine di altri.
Alfonsina
y el mar
Por la blanda arena que lame el mar
su pequeña huella no vuelve más
y un sendero solo de pena y silencio llegó
hasta el agua profunda
y un sendero solo de penas mudas llegó
hasta la espuma.
Sabe Dios que angustia te acompañó
qué dolores viejos calló tu voz
para recostarte arrullada en el canto
de las caracolas marinas
la canción que canta en el fondo oscuro del mar
la caracola.
Te vas Alfonsina con tu soledad
¿qué poemas nuevos fuiste a buscar?
Y una voz antigua de viento y de sal
te requiebra el alma
y la está llevando
y te vas, hacia allá como en sueños,
dormida Alfonsina, vestida de mar.
Cinco sirenitas te llevarán
por caminos de algas y de coral
y fosforecentes caballos marinos harán
una ronda a tu lado.
Y los habitantes del agua van a jugar
pronto a tu lado.
Bájame la lámpara un poco más
déjame que duerma, nodriza en paz
y si llama él no le digas que estoy,
dile que Alfonsina no vuelve.
y si llama él no le digas nunca que estoy,
di que me he ido.
Te vas Alfonsina con tu soledad
¿qué poemas nuevos fuiste a buscar?
Y una voz antigua de viento y de sal
te requiebra el alma
y la está llevando
y te vas, hacia allá como en sueños,
dormida Alfonsina, vestida de mar.
Alfonsina e il mare
Per la soffice sabbia lambita dal mare
la sua piccola impronta non torna mai
e un sentiero solo di pena e silenzio seguì
sino all'acqua profonda
e un sentiero solo di pene mute seguì
sino alla spuma.
Sa Dio che angustia ti accompagnò
che antichi dolori zittirono la tua voce
per addormentarti avvolta dal canto
delle conchiglie marine
la canzone che canta nel fondo oscuro del mare
la conchiglia.
Te ne vai Alfonsina con la tua solitudine
quali poesie nuove sei andata a cercare?
E una voce antica di vento e di sale
ti conquista l'anima
e la porta via
e tu vai fino là, come in sogno
dormiente Alfonsina, vestita di mare.
Cinque sirene ti condurranno
per cammini di alghe e di coralli
e fosforescenti cavallucci marini faranno
la ronda al tuo fianco.
E gli abitanti dell'acqua verranno a giocare
subito al tuo lato.
Abbassami la luce un po' di più
Lascia che io dorma, nutrice in pace,
e se lui chiama non dirgli che ci sono,
digli che Alfonsina non torna,
e se lui chiama non dirgli mai che ci sono,
digli che me ne sono andata.
Te ne vai Alfonsina con la tua solitudine
quali poesie nuove sei andata a cercare?
E una voce antica di vento e di sale
ti conquista l'anima
e la porta via
e tu vai fino là, come in sogno
dormiente Alfonsina, vestita di mare.
Alfonsina Storni
Alfonsina
Storni Martignoni (Sala Capriasca Canton Ticino Svizzera 29 Maggio 1892 - Mar del Plata Argentina 25 Ottobre 1938) poetessa, drammaturga e giornalista argentina, esponente del postmodernismo.
Figlia di un
produttore di birra, Alfonsina nacque nel Canton Ticino, dove apprese la lingua italiana prima di trasferirsi con la famiglia
in Argentina,
quando aveva quattro anni.
In
Argentina, a Rosario i
genitori di Alfonsina aprirono una trattoria che purtroppo non consentì alla
famiglia di fare grandi affari. Alfonsina iniziò così a lavorare fin da
giovanissima come lavapiatti, cameriera, cucitrice e operaia. Nel l 1907 iniziò la sua
esperienza come attrice in una compagnia di teatro girando tutta
l’Argentina con le rappresentazioni di opere di Henrik Ibsen, Benito Pérez Galdós e Florencio Sánchez, conoscendo così il teatro
classico e contemporaneo. Alcuni anni dopo, conseguito il diploma di
insegnante, ottenne un posto di maestra rurale e contemporaneamente iniziò a
collaborare con diverse riviste letterarie nelle quali pubblicò le sue prime
poesie.
Nel 1911, si trasferì a Buenos Aires dove
l'anno successivo, nel 1912, mise al mondo il figlio Alessandro, senza essere sposata
e senza rivelare il nome del padre naturale del bambino. La condizione di
ragazza-madre, il desiderio di proteggere l'intimità dei propri affetti, la
necessità di affrontare da sola i problemi della vita, determinarono in lei un
atteggiamento di aperta sfida e contrapposizione ai pregiudizi sociali e alla
morale vigente. A Buenos Aires iniziò a collaborare alla rivista
letteraria Caras y Caretas (Volti e maschere). La sua prima raccolta
di poesie in volume (La inquietud del rosal) apparve nel 1916. Il suo secondo
volume, El dulce daño, nel 1918. A partire dal 1920 iniziarono le
sue visite a Montevideo dove, nel 1922, conobbe il poeta
uruguayano Horacio Quiroga con il quale stabilì
un'amicizia profonda e duratura che l'accompagnò fino alla morte. Con il
volume Languidez, uscito proprio nel 1920, ottenne i primi
importanti riconoscimenti a livello nazionale.
Nel 1923 assunse
l'incarico di insegnante di letteratura presso la Escuela Normal de Lenguas
Vivas. Nello stesso periodo fu parte attiva nella organizzazione delle
biblioteche popolari socialiste di Buenos Aires e
lavorò come giornalista sotto lopseudonimo di Tao
Lao.
Il successo
di pubblico e l'attenzione dei colleghi scrittori come anche della critica
internazionale, provocarono in lei un crescente disagio interiore che sfociò in
una forma di nevrosi sempre più radicata. Fu così che lasciò l'insegnamento e
si dedicò ai viaggi. Negli anni trenta si recò in Europa dove
entrò in contatto con numerosi intellettuali. Questa esperienza europea ebbe
grande importanza per l'evoluzione del suo stile poetico. Studiò e
conobbe Borges, Pirandello, Marinetti e García Lorca.
Come un
terribile presagio, nella sua poesia si affiancarono sempre, fino a confondersi
tra loro, i temi del mare e della morte: Frente al
mar (1919), Un cementerio que mira al mar (1920), Alta
mar (1934).
Nel 1935 si manifestarono
i sintomi di un tumore che la costrinse a sottoporsi a un difficile
intervento chirurgico. Dopo un apparente miglioramento il male si ripresentò in
tutta la sua aggressività e la fragile personalità di Alfonsina reagì con la
scelta di un suicidio freddamente programmato e messo in atto quasi come in una
scena teatrale.
Molti i
racconti sulle sue ultime ore di vita: si dice che Alfonsina, giunta in
solitudine in un piccolo albergo di Mar del Plata,
abbia composto la poesia Voy a Dormir, che effettivamente inviò al
giornale La Nacion e il giorno successivo si uccise gettandosi in
mare.
La sua ultima poesia:
Voy a Dormir
Dientes de flores, cofia de rocío,
manos de hierbas, tú, nodriza fina,
tenme prestas las sábanas terrosas
y el edredón de musgos escardados.
Voy a dormir, nodriza mía, acuéstame.
Ponme una lámpara a la cabecera;
una constelación; la que te guste;
todas son buenas; bájala un poquito.
Déjame sola: oyes
romper los brotes...
te acuna un pie celeste desde arriba
y un pájaro te traza unos compases
para que olvides... Gracias. Ah, un encargo:
si él llama nuevamente por teléfono
le dices que no insista, que he salido...
Vado a Dormire
Denti di fiori, culla di rugiada
mani di erbe, e tu, fine nutrice,
tieni pronte lenzuola della terra
e il copriletto dei muschi.
Vado a dormire, nutrice mia, portami a letto,
Mettimi una lampada al capezzale
una costellazione, quella che vuoi,
vanno tutte bene, abbassala un pochino.
Lasciami sola: ascolto i germogli che si rompono,
ti dondola un piede celeste dall’alto
e un passero che traccia i suoi spartiti
perché dimentichi... Grazie. Ah, una richiesta :
se lui chiama, di nuovo, per telefono
digli che non insista. Che sono già andata.
Ariel Ramirez
Ariel Ramírez (Santa Fe, 4 settembre
1921 - Monte Grande, 18 febbraio 2010). Compositore e pianista.
Ha iniziato a
studiare pianoforte nella sua città natale e, già da allora ebbe la
consapevolezza che il suo futuro sarebbe stato destinato ad esprimere
musicalmente le vicende degli uomini e delle donne del suo paese. Durante il
periodo della sua formazione musicale conobbe Atahualpa Yupanqui che
lo stimolò a conoscere il nordeste argentino. Seguì il suo consiglio.
Nel 1946 incise il primo dei 21 dischi
che incise per la casa discografica RCA Victor. Continuò i suoi studi di musica
al Conservatorio Nacional dove approfondì la conoscenza dei segreti delle
strutture ritmiche e spirituali del linguaggio melodico della musica popolare
argentina.
Nel 1950 venne per la prima volta, in Europa.
Lavorò a Roma, principalmente presso l‘Istituto Italo-Argentino per gli Scambi
Culturali ed Artistici, e si fece conoscere come interprete della musica
argentina e sud americana nelle sale da concerto delle Università di
Barcellona, Santander, Roma, Cambridge, Utrecht e Amsterdam. Nel 1951, si
trasferì a Madrid e venne assunto dall’Instituto di Cultura Hispánica per
realizzare studi sulla musica tradizionale orale spagnola.
Nel 1954, tornò in Sud America stabilendosi a Lima (Perú) dove studiò le
cadenze e i ritmi della musica folklorica locale. Nel 1955 rientrò in Argentina
dove diede vita alla Compañía de Folklore Ariel Ramírez. Con la Compañía negli
anni successivi visitò le principali città dell’Unione Sovietica, della Polonia
e della Cecoslovacchia. Durante quegli anni continuò il suo lavoro compositivo
lavorando e studiando.
A
partire dal 1961 iniziò la sua collaborazione con la casa discografica Philips per
la quale incise una serie completa di album di danze ispirate alle distinte
regioni dell’Argentina.
Nel Natale del 1964 venne rappresentata
per la prima volta la Misa Criolla,
un avvenimento che diede inizio ad uno dei periodi più brillanti del lavoro
creativo di Ramírez che proseguì poi con la realizzazione di opere come Navidad Nuestra, Los
Caudillos, Mujeres Argentinas e Cantata Sudamericana.
La sua carriera internazionale continuò
ininterrottamente. Ramírez portò la sua
arte negli altri paesi americani come il Brasile, l’Ecuador, la Colombia, il
Venezuela, il Messico e l’ Uruguay ed europei
in Spagna, Germania, Olanda, Belgio e Svizzera e in Italia.
Ariel Ramírez venne eletto più volte presidente della SADAIC (Società Argentina
degli autori e compositori) e nel 1988 ricevette l’onore di essere il primo
latinoamericano eletto per presiedere la Confederazione Internazionale delle
Società degli Autori e Compositori (CISAC).
Felix Luna
Felix Luna (Buenos Aires, 30 settembre 1925 - Buenos
Aires, 5 novembre 2009) avvocato, storico, scrittore, artista e uomo politico
argentino.
Fondatore e direttore della più importante rivista di storia dell’America
latina “Tutto è storia”. Oltre alla sua attività di giornalista e di storico ha
scritto numerosissimi saggi e romanzi, con
il musicista e compositore Ariel Ramírez ha realizzato diverse opere musicali.
Ha ricoperto varie cariche
pubbliche e di rilevanza scientifica. Tra il 1963 e il 1976, ha insegnato come
professore di "Storia delle Istituzioni" presso la Facoltà di
Giurisprudenza dell'Università UBA. Ha insegnato "Storia
contemporanea" presso la Facoltà di Lettere e Filosofia presso
l'Università di Belgrano (1967-1986) e "Storia Argentina" presso la
Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Salvador (1977). E 'stato
Segretario della Cultura del Comune della Città di Buenos Aires tra il 1986 e
il 1989.
Mercedes Sosa
Haydée Mercedes Sosa (San Miguel da Tucuman, 9 luglio 1935 – Buenos Aires 4 ottobre 2009) cantante argentina, conosciuta anche con il soprannome di La Negra.
E' stata un simbolo della
sua terra e della lotta per la pace e i diritti civili
contro la dittatura.
Nata poverissima, inizia fin da piccola a cantare e praticare le danze
popolari. Nel 1960 partecipa
al Movimiento del Nuevo Cancionero, una corrente che intende rinnovare la
canzone popolare argentina. Agli inizi degli anni 60 col marito cantante Manuel Oscar Matus pubblica
il primo disco Canciones con fondamento e partecipa a diversi concerti. A
partire dal 1966 inizia la pubblicazione di una lunga serie di LP che hanno un
continuo successo sia in patria che all’estero e si esibisce in una lunga
tournée che tocca molti Paesi sia in America che in Europa. In quella occasione
conosce il musicista Ariel Ramírez col quale inizia una lunga e proficua
collaborazione. Agli inizi degli anni 70 pubblica una serie di album
discografici tra cui due in particolare suscitano gli attacchi dei militari:
Homenaje a Violeta Parra che contiene la ineguagliabile Gracias a la
vida, un omaggio alla famosa cantante cilena e Hasta la victoria, un
album con canzoni di chiaro contenuto sociale e politico e Cantata
Sudamericana, con musica di Ariel Ramírez e versi di Félix Luna.
Dopo Traigo un pueblo en mi voz, del 1973 e A que
florezca mi pueblo, del 1975, nel 1976 esce Mercedes Sosa con i contributi dei
poeti Víctor Jara, Pablo Neruda, Alicia Maguiña e Ignacio Villa. Nel 1977 rende omaggio a
uno dei maggiori cantanti popolari argentini con Mercedes Sosa interpreta
a Atahualpa Yupanqui.
Durante gli anni della dittatura militare, viene all’inizio
sottoposta a censura, quindi imprigionata, assieme a tutto il pubblico che vi
partecipava, durante un recital a la Plata e infine costretta all’esilio prima a
Parigi e dopo a Madrid. In quel periodo molte delle sue canzoni sono dedicate
all’Argentina e alla speranza che torni la democrazia ad esempio Todo cambia e
Solo le pido a Dios. Poche settimane prima dalla caduta della giunta militare
torna in Argentina e tiene concerti con musicisti rock come Leòn Gieco e Charly
Garcia i concerti iniziano sempre col brano Todavia cantamos “Todavía cantamos,
todavia pedimos, todavía soñamos, todavía esperamos. A pesar de los golpes que
asestó en nuestras vidas el ingenio del odio, desterrando al olvido a
nuestros seres queridos”. Da allora, Mercedes Sosa diventa il simbolo della
resistenza e della speranza non solo per gli argentini ma per l’intero continente
sudamericano. Muore a 74 anni per una disfunzione renale. La sua camera ardente
viene allestita nel Parlamento argentino e in quell’occasione il governo ha adottato
il decreto 1402/2009 nel quale sottolinea che la carriera di Mercedes
Sosa fu sempre di grande impegno sociale; il decreto ne esalta
lo spirito di solidarietà, l'onestà intellettuale, l'impegno
artistico e sociale, la ferrea difesa dei diritti umani e delle giuste
cause che negli anni '70 le causò la persecuzione della dittatura, la prigione
e l'esilio fino al suo ritorno nel 1982. Lo stesso decreto dichiara lutto
nazionale in tutto il territorio della Repubblica Argentina per il periodo di
tre giorni a partire dal 4 ottobre. Migliaia di persone hanno reso omaggio a
Mercedes Sosa nella camera ardente e fra queste la presidente della
repubblica Cristina Fernández de Kirchner,
il marito, l'ex presidente Néstor Kirchner, ministri e parlamentari, personalità
della politica, della cultura, dello
sport e molti altri.
Alfonsina y el mar - Elena Hidalgo Berti - Acquerello su carta
***
* La zamba è un genere musicale tipico dell'Argentina,
dell'Uruguay, e della regione orientale della Bolivia. Tuttavia, secondo i
musicologi che l'hanno studiata, essa ha un'origine peruviana. Infatti pare che
derivi dalla zamacueca, uno stile musicale sorto agli inizi del XIX secolo
a Lima, la capitale del Perù. Dal Perù poi questo ritmo, attraverso
l'Alto Perù e il Cile, è arrivato in Argentina, trasformandosi in zamba.
Il nome di questo genere musicale deriva dal termine che i colonialisti
utilizzavano per indicare i meticci discendenti dalle persone indigene del
posto e da quelle di colore. La zamba è una musica romantica con cui
spesso si esprime il lato più dolce, romantico e sensibile del rapporto d'amore
tra uomo e donna. Questo tipo di musica è molto diffuso nelle classi popolari e
nei settori più tradizionalisti delle società argentine, uruguayane e
boliviane. Il ballo della zamba è un ballo di coppia basato su una
successione di 3 figure: la vuelta entera, il giro completo in cui uomo e
donna si scambiano il loro posto e poi tornano al loro posto originario, la media
vuelta, in cui la coppia forma una sorta di semicirconferenza, abbracciandosi
ed allineandosi, e l'arresto, in cui l'uomo fa dei movimenti con cui raffigura
l'abbraccio nei confronti della donna con in mano un fazzoletto tipico. In Argentina
v'è poi un tipo particolare di zamba, la zamba carpera, chiamata cosi
in quando si fa dentro le carpas, locali di campagna per le coppie di
ballerini durante il carnevale. (dal blog “Musicadiversa”)