Pineta di Is Arenas – Narbolia (OR)
Foto aerea di Is Arenas (dal sito di is arenas golf & country club)
Fino agli inizi degli anni 50 la zona di
Is Arenas (Sas Renas in logudorese) è una zona di dune sabbiose, che partendo
dalla lunga spiaggia nella baia, si insinuano nelle campagne in prevalenza
appartenenti al territorio del comune Narbolia ma che comprende anche terreni
del Comune di Cuglieri (zona vicina a Torre del Pozzo) e San Vero Milis (zona
confinante con lo stagno di Is Benas). Anno dopo anno le sabbie penetrano
sempre più all’interno erodendo e mangiandosi i terreni coltivati o utilizzati
come pascolo per il bestiame.
Per fermare l’avanzata delle sabbie,
negli anni 50 l’E.T.F.A.S. (Ente Trasformazione Fondiaria) per conto della
Regione Sardegna inizia i lavori di un gigantesco rimboschimento e oggi, domate
le desertiche dune, Is Arenas è conosciuta come la più grande pineta della
Sardegna.
La zona forestata è vasta
1500 ettari, gli alberi di alto fusto che la compongono sono in prevalenza
Pinus pinea, Pinus pinaster, Eucalyptus camaldulensis, Acacia saligna e nel sottobosco le essenze della
macchia mediterranea: Juniperus oxycedrus,
Pistacia lentiscus, Cistus salvifolia e Cistus mospeliensis, Phyllirea sspp, Arbutus unedo, Rhamnus alaternus e varie altre.
La vicinanza al mare e la
presenza degli alberi determina condizioni ambientali che possiamo definire
eccellenti per la vita di molte specie animali, botaniche e fungine. Il clima è
di tipo Termomediterraneo secco, la temperatura invernale difficilmente scende
sotto i 12 °C e quella estiva raramente supera i 33 °C.
Praticamente,
da quando è partito il suo impianto, la pineta ha cominciato a suscitare
l’interesse della speculazione. Già negli anni 60 grazie alla poca lungimiranza
degli amministratori comunali dell’epoca, il comune di Narbolia cedette a
prezzi stracciati centinaia di ettari di pineta alla società Is Arenas che
iniziò a costruire. All’inizio sorse un villaggio con seconde case e
successivamente spuntò un gigantesco campo da golf, contornato da villaggi
turistici e grandi alberghi. Per far ciò una parte consistente degli alberi di
alto fusto e della relativa macchia sono stati abbattuti con quello che ne
consegue per gli animali e le specie botaniche e micologiche. Come se ciò non bastasse,
nel 2009 una società multinazionale ha presentato richiesta di concessione
demaniale per le acque antistanti la spiaggia e la pineta. Il progetto
presentato riguarda la costruzione di un’impianto di pale eoliche marine per la
produzione di energia elettrica. Su tale progetto, per ora, ha funzionato il
muro di contrarietà eretto dagli enti locali interessati: i comuni di Narbolia,
San Vero Milis, Riola Sardo e Cuglieri. Il Ministero dell’Ambiente, La
Regione, la Provincia e molte delle organizzazioni che si occupano di
ambiente.
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Un’Orchidea delle pinete marine sarde: Gennaria diphylla
Tra le tante specie di orchidee
spontanee presenti a Is Arenas, Gennaria diphylla è senz’altro una delle più
importanti. Gli appassionati di orchidee spontanee iniziano a visitare i siti
dove è presente quest’orchidea già dalla seconda settimana del mese di gennaio
essendo G. diphylla una delle prime orchidee sarde a fiorire. Oltre a tale
motivo, i fotografi naturalisti ne hanno un altro: G. diphylla, per le sue
dimensioni (il suo fiore è uno dei più piccoli), per le sue tonalità cromatiche
(verde di varie sfumature) e per la quasi incessante presenza del vento (siamo
a pochi metri dal mare), è sicuramente la più difficile orchidea spontanea da
fotografare e ciò per un bravo fotografo è una sfida quasi irresistibile.
Gennaria diphylla è presente nelle
regioni del Mediterraneo occidentale (Nord Africa, Penisola Iberica), in alcune
isole atlantiche(Canarie e Madeira) e nelle isole ovest-mediterranee (Sardegna,
Corsica, Baleari, Elba). Per quanto riguarda la Sardegna fino al 1995 in letteratura
veniva segnalata solo nel Nord Sardegna, nel 1995 Giotta e Piccito segnalano la
sua presenza nell’oristanese (Is Arenas), Scrugli e Cogoni sempre nel 1995, nel
fluminese e infine nel 2007 Orrù e Senis la ritrovano in territorio di Guspini.
Queste segnalazioni, hanno ampliato la sua distribuzione a quasi tutta la zona
occidentale dell’isola.
Sinonimi:
Satyrium
diphyllum Link ; Orchis diphylla (Link)
Samp.; Coeloglossum diphyllum (Link) Fiori & Paoletti.
Etimologia:
Gennaria in onore del botanico sardo Patrizio
Gennari (1820-1897).
diphylla dal greco
"due foglie" per la presenza di 2 sole foglie cauline.
Habitat:
cespuglieti,
macchie e pinete, in ombra o mezz'ombra, fino a 400 m s.l.m.
Fioritura:
da Gennaio
agli inizio di Maggio
Descrizione:
Pianta alta dai 15 ai 35 cm, verde-giallastra, con fusto
cilindrico abbastanza robusto provvisto di 2 sole foglie cauline alterne, quella inferiore più grande della
superiore, inserite alte nel fusto e distanziate fra loro, cordiformi e
abbraccianti il fusto. Brattee lanceolate, uguali ai fiori quelle inferiori,
uguali all’ovario quelle superiori. Infiorescenza lunga e fitta, fiori piccoli, di tonalità verde-giallastra.
Sepali conniventi, diretti in avanti e più brevi dei petali a punte ricurve. Labello trilobo, di lunghezza uguale o
inferiore ai petali, con lobo mediano più largo e lungo dei laterali, sottili e
rivolti all'esterno; sperone molto
corto. Ginostemio molto breve, ovario brevemente peduncolato.
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L’animale misterioso
Fino a qualche
anno fa a nella zona Nord della pineta di Is Arenas, le Gennaria diphylla erano
talmente numerose tanto da poter usare il termine di “invasive”. In qualche
zona della pineta, mentre camminavi, dovevi fare molta attenzione a dove mettevi
i piedi se volevi evitare di calpestarle. Ora non è più così. Da qualche anno a
questa parte, quando inizia il periodo di antesi, che corrisponde anche al
periodo di risveglio dal letargo di diversi animaletti, qualcuno di questi,
ghiotto dei bulbi di Gennaria, inizia il suo lavoro distruttivo: scava in
corrispondenza dello scapo, cosa abbastanza semplice dal momento che l’unica
cosa che protegge i bulbi, è uno strato di aghi di pino e sotto gli aghi, altro
elemento che facilita l’estrazione del bulbo c’è la sabbia. Una volta estratta la piantina, il
predatore, mangia i bulbi e lascia lì a seccarsi e a morire i fiori.
Chi è questo
animale? All’inizio si era pensato ai cinghiali che tuttora lasciano evidenti
segni della loro presenza in pineta da diversi anni a questa parte. Ma i
cinghiali non vanno in letargo e quindi se sono loro i mangiatori dei bulbi non
si capisce perché inizino a mangiarli da quando inizia l’antesi e non quando
iniziano a spuntare le foglie. Inoltre i cinghiali, quando scavano, non vanno
certo per il sottile, arano tranquillamente il terreno con scavi anche profondi
e non si limitano a un buchetto millimetrico intorno allo scapo della Gennaria.
I porcospini? Qualche altro animaletto, magari un roditore? Potrebbero essere
entrambi. Gli indizi che portano a loro li ho già accennati: le piccole buche e
il fatto che inizino a comparire in corrispondenza del periodo dei risvegli dal
letargo, aggiungerei che prediligono le ore notturne per consumare i pasti.
Io, solamente,
in questo inizio 2013 ho visitato 7 - 8 volte il posto, decine di volte gli
anni scorsi, e non sono riuscito ad individuare colpevoli. Però ho visto alcune
volte qualcun altra che a questi colpevoli dava la caccia: la mia amica Vulpes vulpes ichnusae, la volpe sarda,
lei sa chi è che si mangia i bulbi, il problema è
riuscire a farla parlare.
Il mistero continua!!!!
RispondiEliminaSe non fosse così lontano ci andrei di notte ad appostarmi per scoprire il colpevole!
Penso che molto probabilmente si tratti di una Istrice o porcospino o spinosa...
RispondiEliminaProva a chiedere all'amico "Garibaldi" cosa gli combinano (e sempre di notte ;) )....
Franco, l'anno scorso e due anni fa ho visto che anche le altre orchidee (B. robertiana, Op. bombyliflora, Op. eleonorae, Op. speculum, Op. subfusca liveranii, Or. papilionacea grandiflora, S. spiralis) erano "scavate". Ho messo una foto al mio ultimo libro pagina 542. mi aveva sembrato riconoscere il lavoro degli cinghiali. Rémy
RispondiEliminaOggi ero in giro lì: tappeti di Gennarie (e un'unica barlia).Solo in due punti ho visto uno scavo simile.Simona
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