Un giorno bloccato in casa da un fastidioso mal di schiena. Mi sono ascoltato tutto l'intervento di Pablo Iglesias Turrión alla manifestazione nazionale di Podemos di sabato 31 gennaio e piano piano ho iniziato a tradurlo in italiano. La cosa mi ha preso talmente facendomi dimenticare il mal di schiena.
Ho smesso solo quando dopo ore di piacevole lavoro ho finito di tradurre tutto il discorso.
Ed eccolo qui tutto per gli interessati.
Alla fine della pagina il live del discorso in spagnolo.
Pablo Iglesias Turrión
"Come è bello vedere la gente fare la storia. E'
emozionante vedere un popolo sorridere a Puerta del Sol. Un popolo con la voce
da gigante che chiede cambiamento, giustizia sociale e democrazia. Qui vedo la
gente che merita. Qui vedo la speranza
di costruire insieme un futuro migliore. Qui vedo sognatori. Buon pomeriggio.
Arratsaldeon. Boastardes. Benvenuti a Madrid.
Bisogna sognare, ma sogniamo prendendo seriamente i nostri sogni. La Puerta del Sol,
ancora una volta simbolo del futuro, del
cambiamento, della dignità e del coraggio. 2 maggio 1808, non sono stati i re
ne i generali ne i brillanti reggimenti
del Palazzo Reale, che si opposero all'invasione. E'stato il popolo di Madrid,
che ora è in questa piazza con noi, quello che conquistò con il sacrificio, la
dignità contro un'invasione intollerabile. Sono stati quelli di sempre, quelli
che stanno in basso, gli umili, quelli che hanno affrontato la vergogna e la
viltà dei governanti che difendevano solo i loro privilegi senza importargli di
nient’altro. Questa gente coraggiosa e umile è nel nostro DNA e ne siamo
orgogliosi.
Più di 100 anni dopo, guardando al balcone sotto l'orologio,
c'erano persone che sognavano una Spagna moderna e democratica dove non vi
erano differenze tra uomini e donne. Dove tutti i bambini abbiano una scuola
pubblica dove andare. Dove il buio e l'ignoranza sono sostituiti per sempre
dalla giustizia sociale e dal progresso. Questa gente coraggiosa è nel nostro
DNA e ne siamo orgogliosi.
Questa Puerta del Sol ha visto questa gente coraggiosa,
umile. Quelli che stanno in basso. Quelli che sempre hanno difeso la democrazia
e la giustizia quando il totalitarismo e il terrore aleggiavano sul nostro paese.
Questa gente coraggiosa è nel nostro DNA e ne siamo orgogliosi.
Quando non c'erano le libertà, la Puerta del Sol ha visto
giovani studenti e lavoratori rischiare tutto per la dignità del nostro Paese.
Siamo orgogliosi di queste persone. QuestaPuerta del Sol ha visto la
riconquista delle libertà e quel 15 maggio ha visto migliaia di giovani gridare
'non ci rappresentano', 'vogliamo democrazia'. Quelle persone coraggiose sono
qui ora. Voi siete la forza del cambiamento. Grazie per essere qui.
Oggi in questa Puerta del Sol sogniamo. Ma prendiamo molto
sul serio i nostri sogni. Oggi sogniamo un paese migliore. Ma non abbiamo
riempito la Puerta del Sol per sognare, ma per rendere realtà i nostri sogni
nel 2015. I sogni bisogna realizzarli. E quest'anno lavoreremo perché il
cambiamento politico avvenga. Quest'anno abbiamo iniziato qualcosa di nuovo.
Quest'anno è l'anno del cambiamento e andiamo a vincere le elezioni sconfiggendo
il Partido Popular.
C’è da sognare e noi sogniamo, ma prendiamo molto sul serio i
nostri sogni. Atene, Europa, gennaio 2015, anno del cambiamento. ‘Fisái i
ánemos dimokratikís alayís stin Evropi’ [In greco] (il vento del cambiamento
comincia a soffiare in Europa). Meno di una settimana di nuovo governo in
Grecia: elettricità gratis per 300.000 famiglie che non potevano pagarla; la
sospensione dei processi di privatizzazione dei porti, della compagnia
elettrica e di 14 aeroporti. Ristabilita la copertura sanitaria per tutti i
cittadini. Il riconoscimento della nazionalità greca a tutti i
bambini indipendentemente dal colore della loro pelle, riassunzione degli
insegnanti licenziati, la rimozione immediata delle recinzioni che separavano
il Parlamento dal popolo. E poi, un primo ministro che non ha bisogno di
giurare con la cravatta e il cui primo atto simbolico è quello di onorare gli
eroi della resistenza contro l'occupazione tedesca. Chi ha detto che non si
può? Chi ha detto che un governo non può cambiare le cose? Oggi la Grecia ha un
governo del cambiamento. Oggi i governi italiano e francese riconoscono che bisogna
mettere limiti alla Merkel. Forse è lei che è isolata in Europa. In Grecia hanno
perso i loro delegati. Ha perso il suo delegato Samaras e perde il suo delegato
Rajoy che è andato ad Atene per appoggiare il governo del fallimento. In Grecia,
alla fine, ha vinto il popolo greco.
Sogniamo, ma prendiamo molto seriamente i nostri sogni. In
Grecia si è fatto di più in sei giorni di quello che hanno fatto molti governi
in anni. So che dovranno affrontare difficoltà. So che governare è difficile.
Ma quelli che sognano seriamente possono cambiare le cose e oggi in Grecia c'è
un governo serio, un governo responsabile, un governo che lavora per il suo
popolo. Molti vogliono legare il destino di Podemos al destino del governo
greco. Sosteniamo i nostri fratelli, ma nessuno ha fatto i compiti a casa per
loro e nessuno farà i compiti degli spagnoli. Ai cittadini spagnoli tocca ora
essere protagonisti della nostra storia e andiamo a sognare, ma credendo seriamente
nei nostri sogni.
Le politiche del signor Rajoy non creano posti di lavoro,
diffondono la miseria, impieghi precari e salari indegni, questa è la sua ripresa?, questa
è la sua ripresa?Il Comitato europeo dei diritti sociali ha appena denunciato che
il salario minimo spagnolo non garantisce una vita dignitosa. Quasi otto
milioni di lavoratori guadagnano sotto i mille euro o molto meno,questa è la sua
ripresa? A questi dobbiamo aggiungere le centinaia di migliaia di autonomi o di
falsi lavoratori autonomi, di piccoli commercianti e impresari che devono fare
giochi di prestigio per sbarcare il lunario. Sono i difensori del totalitarismo
dei tagli e dell’austerità che stanno distruggendo la Spagna. Loro sono quelli
che rompono il consenso. Loro sono gli anti sistema. I tagli e le politiche di
austerità stanno dividendo il Paese in due: coloro che hanno beneficiato della
crisi e coloro che stanno peggio di
prima, quelli che stanno sopra e quelli che stanno sotto.
Per lungo ci hanno fatto credere nelle menzogne, ci hanno
fatto credere nella menzogna secondo la quale le cose funzionano se ai più
ricchi gli affari vanno molto bene. Se ai ricchi va bene, a tutti andrà bene.
Se i ricchi sono felici e se li lasciamo correre a loro piacere la società
progredisce e tutti ne trarremmo beneficio, è una menzogna! E’ una storia che è
diventata un incubo, ma ora reclamiamo il nostro diritto a sognare di costruire
insieme un paese migliore per la gente. Solo quando quelli di sotto vogliono e
quelli di sopra non posso impedirlo si apre
la possibilità di cambiamento. Il cambiamento quelli che stanno sopra lo
chiamano esperimento e caos. Quelli che stanno sotto lo chiamiamo democrazia.
Che cos'è la democrazia? La democrazia è la capacità di cambiare quello che non
funziona e quello che hanno fatto i governi di questo paese non ha funzionato.
Oggi non siamo qui per protestare, noi siamo qui perché sappiamo che il momento
è adesso. Da quello che saremmo capaci di fare adesso dipende quello che accadrà
a un'intera generazione, ai nostri figli, ai nostri anziani, ai nostri fratelli
e sorelle, ai nostri giovani, al nostro paese. A tutti loro dobbiamo un paese e
un futuro migliore. Ed è per questo che siamo qui, non per protestare.
Sogniamo, ma prendiamo molto seriamente i nostri sogni. Il
compito che ci aspetta lo devono svolgere gli spagnoli che vogliono cambiare. Gli spagnoli che
vogliono un paese migliore, e sogniamo si, ma sogniamo sul serio un paese in
cui quelli che stati costretti ad andarsene possano avere un biglietto di
ritorno, un paese in cui chi vuole portare avanti progetti può farlo senza
dover fare decidere alle banche. Un paese in cui avere una casa non diventi un
calvario per tutta la vita. Un paese dove i salari non siano di miseria, un
paese dove ci siano politiche che vaccinino contro l'esclusione e la povertà.
Oggi diciamo a questi aristocratici arroganti, a questa casta che insulta e dice
menzogne: la libertà e l'uguaglianza trionferanno.
Pablo Iglesias Turrión e Pepe Mujica
Sogniamo, ma prendiamo molto seriamente i nostri sogni. Che cosa intendiamo quando sogniamo un
cambiamento? Vogliamo un cambiamento che garantisce le pensioni degli anziani,
che si sono rotti la schiena lavorando. Vogliamo un cambiamento che migliori le
nostre piccole e medie imprese e serva per e le faccia entrare nel nostro
tessuto industriale, vogliamo che il nostro investimento in I+D+I (ricerca scientifica + sviluppo +
innovazione tecnologica) sia
equiparato alla media europea, vogliamo supportare l'industria innovativa, la
sovranità tecnologica, la sovranità alimentare ed energetica, vogliamo un
cambiamento che apre le porte alla green economy per uscire da un modello di
mattone improduttivo, instabile e precario, che produce solo precarietà e lavoratori
autonomi asfissiati. Vogliamo un cambiamento del modello energetico che non
sperperi, che supporti le energie rinnovabili e faccia finire i monopoli.
Vogliamo un cambiamento nel mercato del lavoro per produrre e
competere meglio, al posto della facilitazione dei licenziamenti e dell'abbassamento
dei salari. Vogliamo un cambiamento che metta in ordine i conti, sapendo cosa e
come spendiamo, dobbiamo affrontare una battaglia senza quartiere contro la
frode fiscale. In questo modo si garantiscono i diritti per tutte le persone.
Sogniamo, ma prendiamo molto seriamente i nostri sogni. E il
sogno di un paese in cui nessuno è lasciato fuori. Dove chiunque si può riscaldare
in inverno. Dove non c'é una famiglia senza casa per la notte. Mai più un paese
senza la sua gente. Per questo, è necessario dispiegare un piano di salvezza
nazionale, che faccia il massimo degli sforzi per fermare l'emorragia e il soffocamento che impediscono la ripresa.
Dobbiamo dedicare urgentemente risorse nazionali a quei settori più vulnerabili
ed esclusi. Dobbiamo dare ascolto ai premi Nobel sulla questione della ristrutturazione
del debito. Tale ristrutturazione deve essere meticolosa, affidabile e onesta. Deve
essere coerente con la quarta maggiore economia dell'euro come è la Spagna. La
posta in gioco oggi in Europa e in Spagna è la stessa democrazia. E contro il
totalitarismo finanziario noi siamo per la democrazia.
Pochi giorni fa sono incontrati al Forum di Davos i grandi
investitori globali. 1.700 jet privati sono atterrati per discutere del
cambiamento climatico. Dobbiamo ricordare che la sovranità europea non è a
Davos, non è la Bundesbank, non è la Troika, non Merkel. Sovranità europea è
dei cittadini. Basta col sequestro della sovranità, basta con i governi codardi
che non difendono i loro popoli.
Sogniamo, ma prendiamo molto seriamente i nostri sogni. E
oggi sogniamo di un'Europa dei cittadini. Non dei commercianti e delle banche.
Un'Europa delle persone e dei popoli. Permettetemi di salutare alcuni
sognatori. Quei giovani che hanno riempito le strade di maggio, questi
cittadini esemplari che hanno fermato gli sfratti con i loro corpi rischiando
la loro libertà. Quegli eroi ed eroine in camice bianco che difendevano il
diritto alla salute e al lavoro dignitoso per gli operatori sanitari. I malati di
epatite che hanno dovuto occupare gli ospedali per rivendicare il loro diritto
di vivere. Quella marea verde che ci ha ricordato che non c'è democrazia senza
istruzione pubblica di qualità. Questa classe operaia coraggiosa, lavoratori dell'AENA,
lavoratori della Coca-Cola sono un esempio. Questi nonni e nonne instancabili e
quelli chiamanti 'yayoflautas' che difendono la loro dignità difendono quella
dei loro figli e dei loro nipoti. Quelle migliaia di giovani esuli che ci
stanno guardando in 'streaming': vi prometto che costruiremo un paese che vi
dia la possibilità di tornare indietro. Quelle donne che hanno dovuto ricordare
che nessuno ha il diritto di decidere sui loro corpi. Quelli truffati dai
venditori dei pacchetti finanziari ad alto rischio che ci hanno messo al
corrente di come i criminali più pericolosi utilizzano gel per capelli e la
cravatta. Gli studenti che sono stati l'avanguardia della comunità
universitaria. Questi lavoratori migranti, nessuno ha il diritto di chiamarli
stranieri in Spagna. Grazie. Grazie a tutti per essere movimento popolare senza
il quale il cambiamento non sarà possibile nel nostro paese.
Sogniamo, ma prendiamo molto seriamente i nostri sogni.
Alcuni dicono che la Spagna è un marchio. Credono che tutto può essere comprato
e venduto. Noi amiamo il nostro paese, che affonda le sue radici in una storia
di lotta per la dignità. Coloro che credono che tutto può essere comprato e
venduto volevano fare di quel cavaliere della triste figura un marchio. Nel
marketing. Maledetti siano quelli che vogliono trasformare la nostra cultura in
merce.
Ha detto Antonio Machado, attraverso il suo Juan de Mairena,
che quel signore pazzo era un esempio; un esempio di nobiltà e coraggio contro
l'ingiustizia, ha detto che a volte mancano pazzi degni che affrontino i
potenti, mancano sognatori coraggiosi che sappiano sognare un mondo migliore e
che hanno il coraggio di chiamare le cose con il loro nome. Mancano sognatori
che hanno il coraggio di difendere i più deboli, che hanno il coraggio di
affrontare quelli in alto. Mancano Chisciotte. Siamo orgogliosi di quel
sognatore a cavallo, di quello spagnolo universale. Non permettiamo che i
traditori convertano Chisciotte in un marchio, non permettiamo che comprino e
vendano la dignità e la bellezza, non permettiamo che comprino e vendano i
sorrisi, il diritto del nostro popolo a sorridere non si vende, il diritto ad
avere scuole e ospedali non si vende, la sovranità non si vende.
Il nostro paese non è un marchio, il nostro paese è la gente.
Hanno voluto umiliare il nostro Paese con questa truffa che chiamano austerità.
Mai più la Spagna senza la sua gente, mai più la Spagna come un marchio perché
facciano affari i ricchi. Noi non siamo un marchio, siamo un paese di
cittadini, sogniamo come Don Chisciotte, ma prendiamo molto seriamente i nostri
sogni. E oggi diciamo patria con orgoglio e diciamo che la patria non è una
spilla nel bavero, non è un braccialetto. La patria è quella comunità che protegge
tutti i cittadini, che rispetta la diversità di nazionalità, che assicura che tutti
i bambini, qualunque sia il colore della loro pelle, vanno puliti e con le scarpe
ad una scuola pubblica, la patria è la comunità che garantisce che i malati
sono i benvenuti nei migliori ospedali e con i migliori farmaci. La patria è questa
comunità che ci permette di sognare un paese migliore, ma credendo seriamente nei
nostri sogni. Madrid, Europa, 31 gennaio 2015, l'anno del cambiamento. Possiamo
sognare, possiamo vincere. "
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