lunedì 10 settembre 2012

Intossicazioni da funghi



Meteorologicamente parlando siamo già  in autunno, infatti l’autunno per i meteorologi  inizia il primo Settembre. Tra qualche settimana potrebbe, condizioni del tempo permettendo, iniziare  anche l’autunno per i micologi e per i semplici raccoglitori di funghi.

L'autunno, in particolare nella nostra isola, è la stagione più propizia per la nascita delle specie fungine più ricercate. 

Purtroppo, vista la sovrabbondanza di specie  che crescono contemporaneamente, è anche quella più propizia alle intossicazioni da funghi.

Negli ultimi decenni,  con l’aumento della divulgazione: corsi di base, mostre, pubblicazioni, articoli sui media, internet etc. sui funghi e sul loro uso culinario, è aumentato notevolmente anche il numero di raccoglitori e cuochi “esperti”.

La conseguenza di ciò è che mentre prima chi cercava i funghi conosceva le sue tre-quattro specie fungine commestibili e si limitava a raccogliere quelle, ora per molti, le specie “conosciute” sono aumentate. 

Tali “intenditori” adesso, si vantano di raccogliere  un numero superiore alle 15 specie ed è perciò che proprio loro, gli  “intenditori” e i loro amici e familiari sono stati ultimamente i più colpiti dalle intossicazioni fungine.

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Con questo primo intervento, voglio approfondire il discorso sulle prime due delle specie che hanno causato molti di tali avvelenamenti.



Macrolepiota procera  - Chlorophyllum rachodes




Macrolepiota procera (Scop.: Fr.) Singer    




Chlorophyllum rachodes (Vittad.) Vellinga


Uno dei  funghi più ricercati Macrolepiota procera  viene spesso confuso con Chlorophyllum rachodes che adesso (dopo gli studi di biologia molecolare, di Vellinga in particolare),  comprende per sinonimia le Macrolepiota del gruppo rachodes (Macrolepiota rachodes, bohemica,  venenata etc.).

Chlorophyllum rachodes è specie tossica che provoca una sindrome a breve latenza: la sindrome gastrointestinale o resinoide.

I sintomi di questa sindrome sono quasi immediati: 1/3 ore dopo il consumo, compaiono nel soggetto intossicato nausea, dolori e crampi all’addome, vomito e subito dopo diarrea. Normalmente la sintomatologia dura poche ore, ma a volte anche alcuni giorni. Nei casi più gravi anche una settimana. Non è rara l'evenienza per cui gli intossicati devono essere ricoverati all’ospedale per essere sottoposti a lavanda gastrica.


Come distinguere Macrolepiota procera da Chlorophyllum rachodes?

Come si può vedere dalle foto in alto, le due specie sono molto simili sia come dimensioni che come colori e portamento,  le differenze morfologiche che possono portarci a discernere le due specie sono:


Macrolepiota procera gambo di colore bruno, con anello ampio doppio mobile con zebrature che da sotto l’anello arrivano fino al bulbo; non cambia colore al taglio o alla frattura.







Chlorophyllum rachodes gambo biancastro liscio senza zebrature  con anello scorrevole; al tocco e al taglio vira immediatamente al rosso o all’arancio-carota e dopo qualche minuto al rosso-bruno.







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Lyophyllum decastes - Entoloma lividoalbum

Un’altra specie in questi ultimi anni viene ricercata dai nuovi “intenditori” è Lyophyllum decastes, fungo, purtroppo facilmente confondibile con specie simile tossica: Entoloma lividoalbum. Tra le due, le differenze morfologiche spesso sono nulle. Per evitare noie, bisogna conoscere e distinguere bene le due specie. 


Lyophyllum decastes (Fr.: Fr.) Sing.



Entoloma lividoalbum (Khun. & Romagn.) Kubicka


Se proprio vogliamo trovare differenze dobbiamo guardare la zona imeniale: quando i due funghi sono maturi possiamo notare che Lyophyllum decastes avendo la sporata bianca avrà anche a maturità le lamelle bianche;  invece Entoloma ha le spore di colore rosa – rosa/salmone, quindi a maturità le lamelle saranno di colore rosa. 



Lyophyllum decastes (sempre - zona imeniale sporata bianca)



Entoloma lividoalbum (a maturazione zona imeniale sporata rosa)


Per chi riesce a distinguere bene gli odori: 

Lyophyllum decastes ha odore fungino e di terra umida, Entoloma lividoalbum ha odore di farina, di farina bagnata che alla fine diventa nauseabondo, di farina rancida.  

Anche Entoloma lividoalbum provoca la sindrome gastrointestinale o resinoide i cui sintomi sono simili a quelli di Chlorophyllum visti in precedenza.

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Tornerò prossimamente sull'argomento intossicazioni con nuove specie.

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