sabato 22 marzo 2014

Marzo 2014 - Neotinea lactea




Una dozzina di foto di Neotinea lactea di questo mese di Marzo.

Buona visione


 

Neotinea lactea (Poir.) R.M.Bateman, Pridgeon & M.W.Chase















mercoledì 12 marzo 2014

I martiri di Piazzale Loreto






Aligi Sassu I martiri di Piazzale Loreto
1944 - olio su tela - cm 150 x 200 Galleria Nazionale d’Arte Moderna - Roma



La strage di Piazzale Loreto
Piazzale Loreto - anni 40
All’alba del 10 Agosto 1944 gli sgherri fascisti del gruppo Oberdan della legione “Ettore Muti” al servizio dei nazisti, eseguendo l’ordine del comando di sicurezza tedesco prelevano dal carcere milanese di San Vittore quindici patrioti italiani, li portano in Piazzale Loreto  e li fucilano in modo vile e barbaro.
I cadaveri scomposti dei partigiani italiani, furono lasciati nel luogo dell’eccidio sotto il sole cocente d’agosto, coperti di mosche e altri insetti dalle 6,10 del mattino fino alle 20 di sera. Un cartello che li qualificava come “assassini” fu appeso nei pressi e i militi della Muti sorvegliarono i loro corpi impedendo a chiunque, anche ai familiari di rendere omaggio ai defunti. I repubblichini della Muti,  guidati dal capitano Pasquale Cardella, senza nessuna pietà cominciarono a insultare vivi e morti con parole offensive e umilianti .




Impunito

Il tribunale militare di Torino, riconobbe il  capitano delle SS Theodor Saevecke come maggiore responsabile della strage, il nazista Saevecke 
Theodor Saevecke
divenne noto come “il boia di Piazzale Loreto”. La sede milanese da dove comandava gli assassini, era il comando militare dei nazisti che si trovava all’hotel Regina Margherita in Via Silvio Pellico, sede delle SS, dei servizi di sicurezza (SD) e della polizia politica (la Gestapo) e famigerato luogo di tortura. La strage, secondo il Tribunale Militare di Torino dove si tenne il processo contro Saevecke, era stata attuata con lo scopo strategico di stroncare qualsiasi simpatia popolare per la Resistenza antinazista e antifascista, evitando così che la popolazione civile collaborasse coi partigiani e garantendo alle truppe nazifasciste la possibilità di muoversi liberamente verso i confini del Brennero.
Il Tribunale Militare di Torino il 9 giugno 1999, condannò Theodor Saevecke, il boia di Piazzale Loreto alla pena dell’ergastolo; ma Saevecke non fu mai estradato né subì processi o condanne in Germania. Morì libero all’età di 93 anni nel 2004. Come troppo spesso è successo coi criminali nazisti, venne arruolato dai servizi segreti degli U.S.A. e successivamente dalla polizia della Repubblica Federale Tedesca dove gli venne consentito di ricoprire importanti incarichi.




I martiri




Gian Antonio Bravin 36 anni (28 febbraio 1908), commerciante, abitante in viale Monza 7 a Milano. Partigiano nel varesotto e capo del III gruppo dei GAP, fu arrestato dai fascisti il 29 luglio del 1944, imprigionato a San Vittore a disposizione della Sicherheitspolizei-Sicherheitsdienst  la SIPO-SD tedesca.





Giulio Casiraghi 44 anni (Sesto San Giovanni, 17 ottobre 1899), tecnico della Ercole Marelli di Sesto San Giovanni, militante comunista. Nel 1930 viene condannato dal Tribunale speciale per la difesa dello Stato a 5 anni di detenzione per costituzione del PCd'I, appartenenza al medesimo e propaganda. E' il referente del movimento operaio degli stabilimenti "Ercole Marelli". Dopo l'8 settembre 1943 moltiplica il proprio impegno, collaborando alla fornitura di armi e rifornimenti alle formazioni partigiane, nonché supporto per la ricezione di radiomessaggi da Londra relativi all'esecuzione di aviolanci alleati volti ad approvvigionare la Resistenza. Nel marzo 1943 e nel marzo 1944, organizza gli scioperi nelle fabbriche sestesi insieme a Fogagnolo. Arrestato al ritorno dal lavoro, verso mezzogiorno del 12 luglio 1944 da fascisti e SS dipendenti dall'ufficio dello SS-Scharfuhrer Werning, responsabile della Sicherungskompanie di Monza. Trasferito a San Vittore l'8 agosto 1944.



Renzo del Riccio 20 anni (Udine, 11 settembre 1923), operaio meccanico, socialista, soldato italiano di fanteria partecipò l'8 settembre 1943 a furiosi scontri contro i tedeschi. Unitosi ai partigiani (ad una formazione Matteotti operante nel Comasco?) e distintosi in azione, fu arrestato e inserito nelle liste del servizio obbligatorio del lavoro, nel giugno 1944 fuggì durante la deportazione in Germania. Nel luglio, in viale Monza, è nuovamente arrestato in seguito a delazione. Incarcerato a Monza e poi trasferito a San Vittore l'8 agosto 1944.



Andrea Esposito 45 anni (Trani, 26 ottobre 1898), operaio, militante comunista e partigiano della 113° brigata Garibaldi, arrestato da membri dell'Ufficio politico investigativo della Guardia nazionale repubblicana, il 31 luglio 1944 in casa insieme al figlio Eugenio (renitente alla leva indetta dai nazifascisti della RSI), vennero rinchiusi nelle carceri di San Vittore a disposizione della SIPO-SD. Il figlio Eugenio, inizialmente inserito nella lista dei fucilandi, sarà invece trasferito prima al campo di concentramento di Gries (Bolzano) e successivamente deportato in Germania dapprima nel campo di concentramento di Flossenburg e poi in quello di Dachau, da dove ritornerà a guerra finita.






Domenico Fiorani 31 anni (Roron in Svizzera, 24 gennaio 1913), perito industriale, socialista, collaborò a giornali clandestini. Appartenente alle brigate Matteotti. Arrestato il 25 giugno 1944 dalla polizia politica a Busto Arsizio, mentre si reca dalla moglie degente in ospedale. Incarcerato a Monza e trasferito l'8 agosto 1944 a San Vittore.






Umberto Fogagnolo 32 anni (Ferrara, 2 ottobre 1911), ingegnere alla Ercole Marelli di Sesto San Giovanni. Rappresentante del Partito d’Azione nel CLN di Sesto e responsabile dell'organizzazione clandestina nelle fabbriche; insieme a Casiraghi, è tra gli organizzatori dello sciopero generale del marzo 1944. Arrestato il 13 luglio 1944 nel suo ufficio, da fascisti e SS dipendenti dall'ufficio dello SS-Scharfuhrer Werning, responsabile della Sicherungskompanie di Monza, dove viene incarcerato ed è ripetutamente torturato. Trasferito a San Vittore l'8 agosto 1944. Medaglia d'argento al valore militare alla memoria.



Tullio Galimberti 22 anni (Milano, 31 agosto 1922), impiegato. Appartenente alle formazioni Garibaldi con compiti di collegamento e raccolta di armi (membro della 3ª brigata d'assalto Garibaldi Gap "Egisto Rubini", secondo il martirologio compilato nell'immediato dopoguerra a cura dell'Anpi provinciale milanese). Arrestato durante un incontro clandestino in piazza San Babila alla fine del giugno 1944 da agenti della SS germanica e italiana. Tradotto alle carceri di San Vittore.






Vittorio Gasparini 31 anni (Ambivere, 30 luglio 1913), dottore in economia e commercio, capitano degli alpini, era responsabile di una missione dell'OSS (Office of Strategic Service) della V Armata americana che trasmetteva radiomessaggi clandestini. La stazione radio venne individuata dai tedeschi che lo arrestarono. Interrogato a Brescia, nello stesso giorno è ricondotto a Milano e imprigionato nel carcere di San Vittore. Torturato per giorni senza riuscire a farlo parlare, fu infine fucilato (Medaglia d'oro al valore militare alla memoria).





Emidio Mastrodomenico 21 anni (San Ferdinando di Puglia, 30 novembre 1922), agente di PS al commissariato di Lambrate. Collegato con il movimento resistenziale (capo dei GAP), è catturato il 29 luglio (il 16 aprile secondo l'Unità quotidiano del Partito Comunista italiano) 1944 in piazza Santa Barbara da agenti della SIPO-SD e incarcerato a San Vittore.







Angelo Poletti 32 anni (Linate al Lambro, 20 giugno 1912) operaio presso l'Isotta Fraschini e militante socialista, dopo una breve esperienza partigiana in Val d'Ossola rientra a Milano dove dirige il gruppo da cui nascerà la 45ª Brigata Matteotti. Ferito ad una gamba e arrestato il 19 maggio 1944 da militi fascisti mentre si trovava al lavoro, subì sevizie e torture in carcere.





Salvatore Principato 52 anni (Piazza Armerina, 29 aprile 1892), militante socialista e perseguitato politico sotto il fascismo, arrestato l'8 luglio 1944 dalle SS come aderente al P.S.I.U.P e membro della 33ª Brigata Matteotti. Incarcerato a Monza dove fu torturato, fu trasferito a S. Vittore il 7 agosto 1944. All'epoca dei fatti era direttore didattico della scuola elementare Leonardo da Vinci di Milano, sita a pochi metri da Piazza Loreto. Una lapide lo ricorda nell'atrio della scuola e un'altra in via Gran Sasso (presso la sua abitazione).








Andrea Ragni 22 anni (Brescia, 5 ottobre 1921), partigiano appartenente alle formazioni Garibaldi, catturato e fuggito in data imprecisata dell'autunno 1943. Catturato nuovamente il 22/5/1944 da membri delle SS tedesca e imprigionato nel carcere di San Vittore.








Eraldo Soncini 43 anni (Milano 4 aprile 1901), operaio alla Pirelli Bicocca e militante socialista. Appartenente alla 107ª Brigata Garibaldi Sap. Arrestato il 9 luglio 1944 vicino a piazzale Loreto da SS della Sicherungskompanie di Monza. Imprigionato nel locale carcere e trasferito il 7 agosto 1944 a S. Vittore. In piazzale Loreto tenta la fuga lungo via Andrea Doria; ferito, tenta di nascondersi nel portone di via Palestrina 9. Raggiunto dagli inseguitori viene finito sul posto, trascinato in piazzale Loreto e gettato tra i compagni fucilati (secondo quanto pubblicato dal "Corriere della Sera" del 24 maggio 1947, nel dopoguerra Giovanni Villasanta, comandante delle Brigate Nere "Oberdan" di Porta Venezia, fu condannato per l'assassinio di Soncini).




Libero Temolo 37 anni (Arzignano, 31 ottobre 1906), militante comunista, operaio alla Pirelli Bicocca, è partigiano organizzatore delle SAP. Arrestato nell'aprile 1944 a Milano a seguito di una delazione. Portato con gli altri in Piazzale Loreto, qui tentò di fuggire ma fu subito ucciso.







Vitale Vertemati 26 anni (Niguarda, 26 marzo 1918), meccanico, partigiano della 3ª Brigata d'assalto Garibaldi Gap "Lombardia" (poi "E. Rubini"), arrestato il 1º maggio 1944 da agenti dell'Ufficio speciale dell'UPI mentre era impegnato come agente di collegamento tra i vari gruppi partigiani.







*****

Il 1975 gli Stormy Six, gruppo milanese di "rock progressive" pubblicano l'album Un biglietto del tram che possiamo definire di "musica politica". Contiene 9 brani dedicati alla resistenza contro i nazifascisti. Il brano che conclude l'LP e che da il titolo all'intero album è dedicato ai martiri di Piazzale Loreto.




Stormy Six - Un biglietto del tram

In corso Buenos Aires
tutto il giorno ci passano i filobus,
e ci passano i carri blindati
coi prigionieri ammanettati
che guardano, e non vedono.
Povero Fogagnolo, che non era un attore del cinema:
si presenta, ti dà un'occasione,
mormora il suo cognome e nome
da elenco delle vittime.

E mi ha fatto un regalo:
un biglietto del tram
per tornare in piazzale Loreto.

Esposito ai giardini
sta leggendo gli annunci economici,
e lo vedi su mille panchine,
o in coda a file senza fine
chiede giustizia, e subito.

A Poletti hanno dato
sette lettere sopra una lapide,
e la gente che passa e le vede
fa un po' i suoi conti, e poi si chiede
-Non è una spesa inutile?-
-Non bastava un biglietto,
un biglietto del tram
per tornare in piazzale Loreto?-







giovedì 6 marzo 2014

Torregrande: le prime orchidee


6 marzo 2014. E va bene che la stagione è in ritardo, ma sta per finire la prima settimana del mese e non è possibile che in un posto come la pineta di Torregrande, dove neanche negli inverni più rigidi la temperatura scende per molto tempo sotto i dieci gradi, non si possa cominciare a trovare qualche orchidea in fiore. Almeno le più coraggiose, quelle alle quali nessuno ha detto che la stagione è in ritardo, decideranno di iniziare l'antesi.

Quindi decido, si va. Volevo fare una prima puntata, un primo sguardo al grado di  crescita delle rosette basali delle orchidee spontanee della pineta anche in preparazione di un'escursione, spero numerosa e combattiva che vogliamo organizzare come Comitato per la Tutela e lo Sviluppo di Torregrande (ma non potevamo trovarlo un nome più corto e comprensibile?), insomma il Comitato che si batte per impedire che la pineta venga regalata alla IVI petrolifera e che nella pineta di noi tutti, i petrolieri che prima si sono arricchiti inquinando, ora continuino ad arricchirsi con la speculazione.

Purtroppo nell'avvicinarmi al pontile lo sguardo non può non notare gli argini del fiume Tirso nell'ultimo suo tratto verso lo sbocco nel golfo che assumono uno spento colore giallo rossiccio. Purtroppo anche gli argini sono trattati coi diserbanti chimici che evocano anche nei cromatismi sentimenti di morte e di negazione della primavera. Questo mi ricorda che la battaglia per la pineta è solo uno degli obbiettivi per me che voglio
che le generazioni future abbiano una natura il più possibile simile a quella che io ho conosciuto.

Nelle 3 foto seguenti: argini del fiume Tirso bruciati dal glifosate, diserbante chimico spruzzato dal consorzio di bonifica
 




Eccomi in pineta. appena inizio a camminare devo stare attento a non calpestare le rosette basali delle orchidee.Una foto agli alberi di pino



Ed ecco i primi fiori, molto belli di asfodelo




Ma il mio principale interesse è per le orchidee della pineta. Le rosette basali sono davvero tante: migliaia di migliaia.
Davvero bisogna stare attenti a dove si mettono i piedi, riconosco dalle rosette che la maggior parte sono orchidee del genere Anacamptis: longicornu in maggioranza ma anche papilionacea.La loro fioritura è questione di qualche settimana, anche se qualche bocciolino colorato comincia a fare capolino.





E quando incontro le primi fioriture complete non mi sorprendo. Non mi sorprende neanche che le prime siano loro: le Ophrys tenthredinifera, tra le più fotogeniche, tra le mie specie preferite.

Ed ora non vi tedio più con le parole, godetevi la loro bellezza.