lunedì 21 luglio 2014

Spiego alcune cose (Explico algunas cosas) - Pablo Neruda







Nel luglio del 1936  i cuatro generales Francisco FrancoEmilio MolaGonzalo Queipo de Llano José Enrique Varela e il loro incontestato leader il generale José Sanjurjo, sollevarono le loro forze militari dando inizio alla sanguinosa Guerra civile spagnola.

In quel periodo Pablo Neruda era in Spagna, abitava a Madrid. I tragici avvenimenti di quei giorni provocarono in lui uno sconvolgimento e una profonda indignazione. Iniziò da lì la sua militanza nel Partito Comunista cileno, da un'immane tragedia umana che ha avuto tragiche conseguenze nella vita di milioni e milioni di persone non solo in Spagna ma nell'intero continente europeo ed anche in altre parti del mondo.

La poesia che posto ha come titolo Explico algunas cosas e fa parte della raccolta scritta da Pablo Neruda subito dopo quei tragici avvenimenti intitolata "España en el corazón" che venne stampata nel 1935 in piena guerra dai soldati repubblicani con carta prodotta con mezzi di fortuna e con la dicitura "ediciones Ejercito del Este". La pubblicazione ufficiale avvenne poi nell'anno 1937.

*****


Explico algunas cosas


Preguntaréis: ¿Y dónde están las lilas?
¿Y la metafísica cubierta de amapolas?
¿Y la lluvia que a menudo golpeaba
sus palabras llenándolas
de agujeros y pájaros?

Os voy a contar todo lo que me pasa.

Yo vivía en un barrio
de Madrid, con campanas,
con relojes, con árboles.

Desde allí se veía
el rostro seco de Castilla
como un océano de cuero.

                               Mi casa era llamada
la casa de las flores, porque por todas partes
estallaban geranios: era
una bella casa
con perros y chiquillos.
                               Raúl, ¿te acuerdas?
¿Te acuerdas, Rafael?
                               Federico, ¿te acuerdas
debajo de la tierra,
te acuerdas de mi casa con balcones en donde
la luz de junio ahogaba flores en tu boca?

                               ¡Hermano, hermano!

Todo
eran grandes voces, sal de mercaderías,
aglomeraciones de pan palpitante,
mercados de mi barrio de Argüelles con su estatua
como un tintero pálido entre las merluzas:
el aceite llegaba a las cucharas,
un profundo latido
de pies y manos llenaba las calles,
metros, litros, esencia
aguda de la vida,
                               pescados hacinados,
contextura de techos con sol frío en el cual
la flecha se fatiga,

delirante marfil fino de las patatas,
tomates repetidos hasta el mar.

Y una mañana todo estaba ardiendo
y una mañana las hogueras
salían de la tierra
devorando seres,
y desde entonces fuego,
pólvora desde entonces,
y desde entonces sangre.

Bandidos con aviones y con moros,
bandidos con sortijas y duquesas,
bandidos con frailes negros bendiciendo
venían por el cielo a matar niños,
y por las calles la sangre de los niños
corría simplemente, como sangre de niños.

¡Chacales que el chacal rechazaría,
piedras que el cardo seco mordería escupiendo,
víboras que las víboras odiarían!

¡Frente a vosotros he visto la sangre
de España levantarse
para ahogaros en una sola ola
de orgullo y de cuchillos!

Generales
traidores:
mirad mi casa muerta,
mirad España rota:
pero de cada casa muerta sale metal ardiendo
en vez de flores,
pero de cada hueco de España
sale España,
pero de cada niño muerto sale un fusil con ojos,
pero de cada crimen nacen balas
que os hallarán un día el sitio
del corazón.

Preguntaréis: ¿por qué su poesía
no nos habla del sueño, de las hojas,
de los grandes volcanes de su país natal?

¡Venid a ver la sangre por las calles,
venid a ver
la sangre por las calles,
venid a ver la sangre
por las calles !



*****


Spiego alcune cose


Chiederete: E dove sono i lillà?
E la metafisica coperta di papaveri?
E la pioggia che colpiva fitta
le sue parole riempiendole
di buchi e di uccelli?

Vi racconterò tutto quello che mi succede.

Io vivevo in un quartiere
di Madrid, con campane,
con orologi, con alberi.

Da lì si vedeva
il viso asciutto di Castiglia
come un oceano di cuoio.

                                       La mia casa era chiamata
la casa dei fiori, perché ovunque
scoppiavano gerani: era
una bella casa
con i cani e ragazzini.                                                                                                     Raúl, ti ricordi?
Ti ricordi, Rafael?
                                      Federico, ti ricordi
sotto la terra,
ti ricordi la mia casa coi balconi dove
la luce di giugno affogava fiori nella tua bocca?
                                         Fratello, fratello!
Tutto
Erano grandi voci, sale di mercanzie,
agglomerazioni di pane palpitante,
bancarelle del mio quartiere di Arguelles con la sua statua
come un calamaio pallido tra i merluzzi:
l'olio raggiungeva i cucchiai, un profondo pulsare
di piedi e mani riempiva le strade,
metri, litri, essenza
acuta della vita,
                   pesci accatastati,
intreccio di tetti dove si smarrivano
freddi raggi di sole,

delirante avorio fino delle patate,
file di pomodori fino al mare.

E una mattina bruciava tutto
e una mattina i fuochi
uscivano dalla terra
divorando esseri
e da allora fuoco,
polvere da allora,
e da allora sangue.

Banditi con aeroplani e con mori,
banditi con anelli e con duchesse,
banditi con neri preti benedicenti
venivano dal cielo ad uccidere bambini,
e per le strade il sangue dei bambini
correva semplicemente come sangue di bambini.

Sciacalli che lo sciacallo scaccerebbe,
pietre che il cardo secco avrebbe morso sputando,
vipere che le vipere odierebbero!

Di fronte a voi ho visto il sangue
di Spagna sollevarsi
per annegarvi in una sola onda
di orgoglio e di coltelli!

Generali traditori:
guardate la mia casa morta,
guardate la Spagna distrutta:
ma da ogni casa morta esce metallo ardente
invece di fiori,
ma da ogni squarcio di Spagna
esce la Spagna,
ma da ogni bambino morto esce un fucile con occhi,
ma da ogni crimine nascono proiettili
che un giorno troveranno il bersaglio
del vostro cuore.

Domanderete perché la sua poesia
non ci parla del  sogno, delle foglie,
dei grandi vulcani della sua terra natale?
   
Venite a vedere il sangue per le strade,
venite a vedere
il sangue per le strade,
venite a vedere il sangue
per le strade!



domenica 6 luglio 2014

Le digo a mi hijo - Dico a mio figlio - Naro a fizzu meu






Ventinove anni fa il 6 luglio del 1985 moriva a L'Avana Luis Rogelio Rodríguez Nogueras che era nato a L'Avana il 17 Novembre del 1944. Scrittore, poeta, sceneggiatore e giornalista.

Voglio ricordarlo con una sua poesia, come sempre nelle sue 3 versioni, la prima in originale (lingua spagnola), la seconda mia traduzione in italiano e la terza mia traduzione in limba sarda.





LE DIGO A MI HIJO
    (sobre una idea de Brecht)

Arve Zip: 72 años.
Sus obras fueron publicadas por Ross y Japlan,
con prólogo del gran Uleg Gosbo.
Se voló los sesos en un cuarto del hotel Potwi
porque lo había abandonado la inspiración.
Dejó carta.

Elodika Amenidofflas: 35 años.
Obtuvo el codiciado Premio Yami de Oro
por sus actuaciones en el filme Borbe ik Sardaz.
Murió por sobredosis de barbitúricos.
Ultimamente tenía problemas con los
productores
a causa de los primeros planos.
No dejó carta.

Lim Pocmio: 48 años.
Maitre del Naktionel Simbeck Ballet Grupi.
Fue apuñalado por un bailarín del cuerpo de baile
a la salida del aeropuerto de Candyburg.

Walaz Telemaco: 51 años.
Escultor laureado con la Orden Oaszith de
primer grado.
Murió aplastado por una roca
cuando trabajaba en su Monumento a Brancusi.

Vefardo Maddo: 39 años.
Poeta.
Su libro La edad que viene
mereció el Premio Rilke.
Murió de un infarto
mientras hacía el amor
con una joven admiradora de sus versos.

Por eso siempre le digo a mi hijo:
estudia matemática,
hazte agricultor o militar
pórque el arte
mata.
  



DICO A MIO FIGLIO

                (su in'idea di Brecht)



Arve Zip: 72 anni.
Le sue opere sono state pubblicate da Ross e Japlan,
con la prefazione del grande Uleg Gosbo.
Si fece saltare le cervella in una stanza dell’hotel Potwi
perché l'ispirazione lo aveva abbandonato.
Ha lasciato lettera.

Elodika Amenidofflas: 35 anni.
Ha vinto l'ambito Premio Yami d’Oro
per le sue interpretazioni nel film Borbe ik Sardaz.
Morì per un'overdose di barbiturici.
Ultimamente aveva problemi con i
produttori
a causa dei primi piani.
Non ha lasciato lettera.

Lim Pocmio: 48 anni.
Maestro del Naktionel Simbeck Ballet Grupi.
E 'stato accoltellato da un ballerino del corpo di ballo
all'uscita dell'aeroporto di Candyburg.

Telemaco Walaz: 51 anni.
Scultore laureato dell'Ordine Oaszith di
primo grado.
Morì schiacciato da un masso
mentre lavorava al suo Monumento a Brancusi.

Vefardo Maddo: 39 anni.
Poeta.
Il suo libro L’età che viene
meritò il premio Rilke.
Morì di infarto
mentre faceva l'amore
con una giovane ammiratrice dei suoi versi.

Ecco perché io dico sempre a mio figlio:
studia matematica,
diventa un agricoltore o militare
perché l'arte
uccide.




Naro a fizu meu 
     (subra un'idea de Brecht)

Antoni Zirulia: 72 annos.
Sas operas suas fuini pubricadas dae Rossini & Giunti,
cun presentazione de Bittoriu Isgarbu.
Si c'hat fattu brincare su crebeddu in d' unu apposentu 
de s'hotel Pramas ca d'haiat abbandonau s'ispirazione.
Hat lassau littera.

Anzelu Mendula: 35 annos.
Ad ottenniu su preziosu Premiu Abe de Oro
pro commente at retzitau in su film Bolbe Ik Sardaz.
Est mortu pro subradose de barbituricos.
Urtimamente teniat probremas cun sos produttores
pro crupa  de sos primos pianos.
No hat lassau littera.

Linu Porcu: 48 annos.
Mastru de su Gruppu Nazionale de Balletto
Puntu a resorza dae unu ballerinu
a s'essida de s'aereoportu de Sandiburgo.

Valatzas Telemacu: 51 annos.
Iscultore laureau cun s' Ordine Bernini de Primu
Gradu.
Est mortu iscreffiau dae una rocca
cando triballaiada in su sou Monumentu a Brancusi.

Vefargu Maoddi: 39 annos.
Poeta.
Su libru su Sa edade chi enidi
at meritau su premiu Rilke.
Est mortu de infartu
fainde s'amore
cun d'una zovane chi ammiriada sos versos suos.

Pro cussu zeo semper di naro a fizzu meu:
istudia matematica, faedi massaju o sordau
poite s'arte
occhidi.



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Silvio Rodriguez ha dedicato al suo carissimo amico Luis Rogelio "Wichy" Nogueras diverse canzoni, io ho scelto questa tratta dall'album Descartes del 1988:


La tonada inasible