lunedì 20 agosto 2012

I funghi sardi del genere Terfezia - Tuvara in sardo



Terfezia leonis - (Tuvara 'e arena)


Un vecchio amico la scorsa primavera è stato in vacanza in Marocco ed è rimasto sorpreso quando visitando la medina di Rabat si è trovato di fronte ad  una montagna di patate che l’accompagnatore arabo gli diceva essere tartufi. Con un Sms mi ha inviato una foto: erano davvero tartufi, o meglio erano quelli che vengono chiamati “tartufi delle sabbie”, ascomiceti che nascono sotto terra/sabbia (ipogei), appartenenti al genere Terfezia.

Proprio l’anno scorso, ho approfondito molto l’argomento con studi bibliografici e pratici recandomi assieme al mio carissimo amico Umberto Sanna, col quale tentiamo di tenere in piedi il Comitato Scientifico dell’A.M.O. (Associazione Micologica Oristanese) e ad un bravissimo cercatore di Palmas Arborea: Enrico Contu, nei pochissimi spazi di crescita di questo ricercatissimo fungo.

Per quello che ho potuto constatare, in Italia, solo la Sardegna,  in particolare nella striscia litoranea intorno alla città di Oristano, vanta una storia millenaria nella ricerca e nell'uso ai fini alimentari della Terfezia e solo in queste zone le varie specie di questo fungo ipogeo hanno assunto una denominazione dialettale; molto comuni sono invece in diverse regioni dei Paesi del Nord Africa (Marocco, Tunisia, Algeria), del Medio Oriente (Siria, Giordania, Turchia), nei Paesi del Golfo Persico), della Penisola Iberica e delle isole e arcipelaghi spagnoli e portoghesi (Baleari, Canarie, Azzorre etc.).


L'habitat

La Terfezia (Tuvara in sardo) si sviluppa nelle zone sabbiose vicine alla costa e vive in rapporto micorrizico con alcune piantine della famiglia delle Cistaceae del genere Helianthemum, in particolare con Helianthemum guttatum, Helianthemum aegyptiacum e Helianthemum guttatum var. plantagineum.



Terreno tipico di crescita 





 Helianthemum guttatum


Periodo di crescita

Dal momento che tutte le Terfezie hanno uno stretto legame di simbiosi micorrizica con Helianthemum, è naturale che crescano in primavera quando la piantina simbionte si sviluppa e fiorisce ed è in grado di interagire vitalmente col fungo.



Helianthemum guttatum - fioritura in Primavera 


Le specie

Quelle presenti nel territorio dell’Oristanese (da Uras/Mogoro a Cuglieri/Santa Caterina) trovate in bibliografia, sono sei: io ho avuto la possibilità di trovarne e documentarne quattro:
Terfezia leonis (Tuvara ‘e arena)
Terfezia leptoderma (Tuvara leporina)
Terfezia olbiensis (Tuvara orxiai)
Terfezia gennadii = Tuber gennadii (Tuvara ‘e casu)

Ecco le foto:



Terfezia leonis (Tuvara ‘e arena)



Terfezia leptoderma (Tuvara leporina)



Terfezia gennadii = Tuber gennadii (Tuvara ‘e casu)



Terfezia olbiensis (Tuvara orxiai)


Le due che mi mancano sono Terfezia claveryi (Tuvara niedda) e Terfezia boudieri (Tuvara arrubia)


Come si raccolgono

Premetto subito che contrariamente a ciò che avviene per i tartufi (genere Tuber), dove il ruolo principale è riservato ai cani ben addestrati, nella raccolta della Terfezia, il ruolo dei cani è nullo.
Ciò è dovuto al fatto che i cani lavorano con l’olfatto e sono abituati a percepire i forti odori emanati dai tartufi, mentre le Terfezie non hanno quegli odori, o li hanno talmente tenui che i cani non li percepiscono.

Lo scorso Aprile abbiamo fatto una prova con Pinuccio Pisu (che non ha bisogno di presentazioni, tutti voi, o quasi, lo conoscete) e con i suoi migliori cani da tartufo: Luna e Briciola (altrettanto conosciuti). Dopo una passeggiata di chilometri sotto il sole, siamo tornati indietro a mani vuote, nessuna Terfezia nel paniere.

I cercatori dell’oristanese, hanno perciò sviluppato negli anni, per non dire nei millenni, sistemi di ricerca efficacissimi.

Il loro attrezzo comune è un particolare bastone lungo circa 130 cm, 




che ha alle estremità i ferri del mestiere: da una parte uno spillone di circa 15/20 cm 



e dall’altra una sorta di paletta.


Il cercatore, camminando in mezzo alle piantine di Helianthemum, sonda il terreno con lo spillone infilandolo nella sabbia per qualche centimetro. Il contatto del metallo col substrato, trasmette alle mani vibrazioni e diffonde nell’aria suoni diversi a seconda della compattezza dei granelli.




Enrico Contu al lavoro col suo prezioso bastone


Ecco, l’esperto cercatore riconosce dalle vibrazioni e dai suoni la presenza o meno dei funghi.



Io ci ho provato, Enrico ogni tanto mi metteva in mano il bastone, io tentavo di carpire qualche segnale, senza esito.

Una volta individuata la Terfezia (che di norma si trova a circa 10 cm di profondità),  il cercatore usa l’altra estremità, quella con la paletta e con mano esperta cava la Terfezia fuori dal terreno.





Commestibilità

Le specie che ho documentato sono tutte commestibili e  molto apprezzate nell’oristanese. 

8 commenti:

  1. finalmente ho trovato notizie sul tartufo oristanese!

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  2. Luna e Briciola, due ottimi cani , forse non conoscono l'odore della Terfezia e non la prendono in considerazione ! ! !
    Che voi sappiate, questo ipogeo è stato mai trovato nelle Marche o sulle coste Adriatiche?
    Grazie ed "In bocca al lupo"
    Dante

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  3. Dear Mr.Franco Sotgiu
    I am mubarak Alissa from Saudi Arabia .I am importer of fresh desert truffles (terfezia).
    I will be thankful your help me to get seller of terfezia.
    Thank you
    mubarak alissa

    mobile no: 00966505486101

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  4. Dear Mubarak Alissa,
    la produzione di terfezia nella nostra zona è molto limitata e quindi non conviene attivare nessun canale commerciale.
    Se invece, Lei è interessato ai tartufi, in particolare a Tuber aestivum, ci sono grandi possibilità.

    Grazie e Lei.

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    1. buon giorno sono Giuseppe il mio cane ne ha cavato 3 in sicilia sui nebrodi nel mese di novembre a 1500 metri non conoscevamo questo tartufo poi un amico mi ha detto che si trattava di un terfezia

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  5. Esiste un tartufo color nero intenso senza venature chiare, odore tipico dell' tartufo? Esternamente somiglia a terfezia ma la sezione e nero violaceo com odore piacevole, umido

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  6. Tanti anni fa (circa 75),ho visto vendere "sa tuvara" nel mercatino del mio pese, Ozieri, che probabilmente era stata raccolta nella pianura sabbiosa di Chilivani. Avevo chiesto a mia zia cosa fosse e quella mi aveva risposto:-Pucci!!! Tuvara-. (Che schifo!!! Tuvara) A dire il vero nessuno la comprava.
    Questo per farvi sapere che anche nella pianura di Chilivani cresceva sa tuvara e forse cresce ancora;sarebbe il caso di controllare.
    Angelo Meridda

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  7. Mi chiamo Barciri Andrea e sono presidente del gruppo micologico di Parma G.Passerini è la prima volta che sento parlare di Terfezie l'attrezzo usato dal video sembrerebbe un attrezzo proibito per i funghi -tartufi- sono curioso di sapere se il nome olbiensis ha qualche riferimento con le spiaggie limitari di Olbia.Proverò ad indagare questa estate in loco.

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