mercoledì 27 agosto 2014

Verrà la morte e avrà i tuoi occhi - Cesare Pavese








Cesare Pavese
Constance Dawling



Il 27 Agosto di 64 anni fa, moriva a Torino in una stanza dell’albergo “Roma” Cesare Pavese, uno dei più grandi della letteratura italiana del ‘900. Autore di diversi romanzi, libri di narrativa, tra i più noti (Dialoghi con Leucò, La bella estate, Il compagno, La luna e i falò); e di poesie: tra gli altri (Lavorare stanca, Verrà la morte e avrà i tuoi occhi). Si suicidò ingerendo una forte dose di sonnifero, lasciando un biglietto con la scritta:  “Perdono a tutti e a tutti chiedo perdono. Va bene? Non fate troppi pettegolezzi”. I biografi e in genere chi ha scritto di lui e in particolare della sua tragica scelta di farla finita, sostengono che la decisione di suicidarsi in quel momento, è stata condizionata dalla fine della sua storia d’amore con l’attrice americana Constance Dawling. Anche se, la sua vocazione al suicidio il suo volere liberarsi per sempre dall’angoscia esistenziale, dalla solitudine, dalla difficoltà di comunicare, lo accompagnò per tutta la sua esistenza.
Venne sepolto a Torino, con funerale civile svolto qualche giorno dopo la sua morte. Per lui comunista, ateo e suicida, nessuna commemorazione religiosa.





Verrà la morte e avrà i tuoi occhi


Verrà la morte e avrà i tuoi occhi

questa morte che ci accompagna

dal mattino alla sera, insonne,

sorda, come un vecchio rimorso

o un vizio assurdo. I tuoi occhi

saranno una vana parola,

un grido taciuto, un silenzio.

Cosí li vedi ogni mattina

quando su te sola ti pieghi

nello specchio. O cara speranza,

quel giorno sapremo anche noi

che sei la vita e sei il nulla.

Per tutti la morte ha uno sguardo.

Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.

Sarà come smettere un vizio,

come vedere nello specchio

riemergere un viso morto,

come ascoltare un labbro chiuso.


Scenderemo nel gorgo muti.

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