Il 16 Ottobre sulla
stampa appare la notizia che agli “Ospedali Riuniti” di Reggio Calabria è stata
ricoverata una famiglia di tre persone (marito, moglie e un figlio) che stanno
combattendo tra la vita e la morte a causa di un avvelenamento provocato dal
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Macrolepiota procera (mazza di tamburo) |
consumo a pranzo, di funghi scambiati per le comuni “mazze di tamburo”.
Quattro giorni dopo
sempre sulla stampa, anche su quella nazionale, nuova notizia di una gravissima
intossicazione da funghi. Sempre in Calabria, questa volta a Cosenza o meglio
in provincia di Cosenza a Corigliano Calabro. La notizia è che gli intossicati
sono quattro di cui due sono deceduti e due in gravissime condizioni. I quattro
intossicati erano stati ricoverati al centro antiveleni dell’ospedale
“Buccheri – La Ferla – Fatebenefratelli”
di Palermo.
Nessuno dice niente sul fungo responsabile dell’intossicazione,
solo che probabilmente
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Agaricus campestris (prataiolo) |
è stato scambiato con i prataioli (Agaricus sl). Nei
giornali e telegiornali che danno la notizia appaiono le foto delle più varie e
improbabili specie fungine, non si capisce se si intende imputare a loro la
causa dell’avvelenamento o che altro. Diversi giornali si spingono ad
ipotizzare la specie responsabile, la più gettonata è Amanita verna.
In generale,
comunque, entrambe le vicende sono avvolte nel mistero. Le ASL interessate non
intervengono né con comunicati ne con informazioni e in diversi siti internet e
su diverse pagine di gruppi che si occupano
di micologia o più semplicemente di scambi di informazioni tra cercatori
e consumatori di funghi ad uso alimentare, si scatenano le ipotesi più
fantasiose.
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Agaricus xanthoderma (tossico) |
Ad esempio molti
hanno sostenuto che siccome il fungo incriminato è stato scambiato per il comune prataiolo e siccome alcuni giornali hanno accompagnato l’articolo con la
foto di un Agaricus che sembrerebbe Agaricus xanthoderma e siccome tale specie
è specie tossica, è automatico che a causare l’avvelenamento (compresi i due
decessi) sia stato tale fungo. A nulla servivano i richiami alla prudenza da
parte di chi sosteneva che A. xanthoderma è sì una specie tossica ma non letale
e le sue intossicazioni si risolvevano in poche ore con lavande gastriche o
dopo vomiti e forti mal di pancia che costringevano gli intossicati a lunghe
sedute nel water del bagno.
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Lepiota josserandii Velenoso mortale |
Ora passate due settimane dal primo e oltre una
settimana dal secondo avvelenamento, abbiamo finalmente qualche notizia in più.
Nel caso dei tre intossicati di Reggio Calabria che hanno rischiato la morte o
il trapianto di fegato, pare che il responsabile sia il genere Lepiota, non
sappiamo ancora la specie. Sappiamo che la sindrome riscontrata dall’ospedale
era la sindrome falloidea e che nel genere Lepiota sono 24 le specie sospettate
di contenere le tossine responsabili di tale sindrome, di queste ventiquattro, 15
sono quelle in cui è stata dimostrata la presenza di tali tossine: L.
josserandii (= L. sub incarnata), L.
brunneoincarnata, L. helveola, L. griseovirens, L. kuehneri, L. pseudohelveola,
L. langei, L. ochraceofulva, L. brunneolilacea, L. felina, L. clypeolarioides,
L. fulvella, L. heimii, L. xanthophylla, L. castanea.
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Lepiota brunneoincarnata Velenoso mortale |
Nelle seguenti
rimanenti 9 specie, le tossine sono state segnalate, ma la loro presenza non è
stata ancora confermata: L. cristata, L.
lilacea, L. clypeolaria, L. fuscovinacea, L. citrophylla, L. helveloides, L.
locanensis, L. pseudolilacea, L. rufescens.
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Amanita verna Velenoso mortale |
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Lepiota helveola Velenoso mortale |
Anche nel caso degli
intossicati di Corigliano Calabro, la stampa, la ASL e le istituzioni in
genere, non hanno certo brillato per trasparenza. Era stata data la notizia di
4 avvelenati di cui 2 morti: un
commerciante di 43 Dino Falco e una giovane romena di 23 anni. In realtà è
deceduto solo Dino Falco, invece, la ragazza è stata trapiantata e assieme agli
altri due ricoverati ha la possibilità di salvarsi la vita. Ed anche il fungo
probabilmente è lo stesso: il Genere è Lepiota, la specie ancora non
individuata. Ma non Amanita verna come erroneamente pubblicato, inventando, da
qualche giornale.
Non ritengo sia
superfluo ricordare a tutti, in particolar modo ai cercatori, raccoglitori e
consumatori, che è sempre necessario quando raccogliamo funghi ad uso
alimentare, essere sicuri nel modo più assoluto che si tratti di specie
commestibili. Esistono nelle ASL gli ispettorati micologici che svolgono
quotidianamente un servizio di consulenza, rivolgiamoci a loro, salvaguardiamo
la nostra salute e in qualche caso salviamoci la vita.
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Lepiota cristata (probabilmente velenoso mortale) |