sabato 3 giugno 2017

Ophrys apifera: l'orchidea che non ha impollinatore





Per parlare di Ophrys apifera e delle sue peculiarità rispetto alle altre ophrys, ho voluto iniziare pubblicando questo bellissimo fumetto di Randall Munroe, presa dal suo sito xkcd.com. (la traduzione dall'inglese è di Francesca Sotgiu).




Se volete sapere chi è Randall Munroe:

https://it.wikipedia.org/wiki/Randall_Munroe


E se volete curiosare nel sito di webcomic xkcd:

https://xkcd.com/



Ma veniamo a Ophrys apifera.


Come tutte le orchidee del genere Ophrys, anche O. apifera aveva adottato come strategia di impollinazione quella dell’attrazione sessuale: il suo labello aveva assunto la forma, il colore e l’odore della femmina dell’insetto che voleva attrarre. In questo modo l’insetto pronubo travolto dall’eccitazione di copulare con la femmina, entrava in contatto con i pollinii dell’orchidea e siccome i pollinii erano dotati di una sostanza collosa (viscidio), restavano attaccati al corpo dell’ape impollinatrice che se li portava in giro a visitare altre femmine/ophrys attuando così l’impollinazione. 
Purtroppo, come ci dice il fumetto di Randall Munroe, non si sa quando, non si sa come, ma l’ape impollinatrice si è estinta e la nostra orchidea è rimasta senza il suo insetto impollinatore.
Ma Ophrys apifera è dotata di un forte spirito di sopravvivenza: è morto il mio insetto impollinatore? Magari riesco ad imbrogliare qualche altro insetto,


altrimenti mi arrangio. 
E nel corso della sua storia si è arrangiata.
Appena il fiore si apre, la caudicola, una sorta di cordoncino che ha alle due estremità il pollinio e il viscidio, si curva in avanti verso la parte fertile del fiore chiamato stigma che è situato proprio sotto e vi depone il polline attuando così l'autoimpollinazione (autogamia). In questo modo si garantisce la sopravvivenza. 





E' chiaro che in questo modo la nostra orchidea risolve il problema più importante, quello di continuare a vivere, ma se ne crea altri. Questa strategia infatti è considerata per la sua evoluzione, molto meno vantaggiosa rispetto all'impollinazione incrociata, a quella cioè che avviene con lo scambio del polline con altri fiori della stessa specie. 
Proprio per l'uso dell'autogamia come sistema di riproduzione, in  Ophrys apifera sono ad esempio molto più frequenti rispetto alle altre Ophrys le teratologie e le anomalie di vario tipo. 








Queste teratologie ed anomalie in O. apifera spesso si stabilizzano e fanno assumere ai fiori che le possiedono il rango di una varietà della specie. 
Di Ophrys apifera, infatti sono state descritte più di 30 varietà.

Io vi propongo le foto di quelle presenti in Sardegna

Ophrys apifera e Ophrys apifera var. fulvofusca



Ophrys apifera var. fulvofusca




Ophrys apifera var. bicolor 
(Foto di Bruno Ballerini)




Ophrys apifera var. chlorantha





4 commenti:

  1. interessantissimo, grazie.
    abbiamo trovato un prato con 500 piante in Croazia, località Funtane-Vrsar. purtroppo a 50 metri un'enorme collina di terra, stanno lavorando con le ruspe. possiamo fermarle? a hci rivolgerci? grazie, Annalisa

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  2. oltre alle orchidee anche tu sei un grande

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  3. È un fiore stupendo,che altro dire.Ne ho fotografato alcune nel parco delle saline di Cagliari.

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  4. Sono felice di aver visitato il tuo blog (ho usato il tu, se non è giusto mi scuso). Ho fotografato qualche orchidea alle Vecchie Saline, tra Olbia e San Teodoro, poi di recente ne ho avvistate in un campo nei paraggi della scuola di mio nipotino a Olbia, ma tornatovi per immortalarle alcune erano già scomparse. Sono un tuo lettore dai tempi del tuo libro su -LA VEGETAZIONE SPONTANEA DELLA SARDEGNA- e altri del periodo. Se hai qualche libro recente sui nostri endemismi ti sarò grato se me lo notificherai nella email attiniomurice@gmail.com grazie, Antonio Mallica

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