martedì 9 luglio 2013

La Battaglia di Ponte dell'Ammiraglio






 Renato Guttuso: La Battaglia di Ponte dell'Ammiraglio 1951/52
Olio su tela cm 321 x 521- Firenze Galleria degli Uffizi


Renato Guttuso

Aldo Renato Guttuso (Bagheria, Palermo 26 dicembre 1911 – Roma 18 gennaio 1987) pittore e parlamentare del PCI.

Il padre Gioacchino era un acquerellista dilettante, accorgendosi della predisposizione di Renato per la pittura lo influenzò facendogli frequentare lo studio del pittore Domenico Quattrociocchi e la bottega del pittore di carretti siciliani Emilio Murdolo. A tredici anni Renato iniziò a datare e a firmare i suoi lavoretti (copie di quadri di paesaggisti siciliani dell’Ottocento) e di pittori francesi (Millet) o italiani contemporanei (Carrà) ed anche di ritratti originali. Da adolescente frequentò lo studio del pittore futurista Pippo Rizzo e più in generale gli ambienti frequentati dagli artisti palermitani. La sua prima esposizione è una collettiva che si tenne a Palermo nel 1928 quando Guttuso aveva 17 anni.
La sua formazione politica sociale è influenzata dalle origini familiari (il nonno Ciro aveva combattuto con Giuseppe Garibaldi) e dalle ristrettezze economiche della famiglia sottoposta a soprusi da parte di fascisti e clericali a cui il padre di Renato, Giocchino era inviso a causa delle sue idee di libertà e di giustizia sociale.
Nel 1933 si trasferisce a Roma e ne assume la residenza. Nel 1935 partecipa con suoi lavori alla II Quadriennale di Roma e nel 1936 alla Biennale di Venezia. Dal 1937 collabora in veste di critico alle riviste «Le Arti», «Il Selvaggio» e «Primato». Nel 1938 alla Galleria La Cometa di Roma espone le sue opere in una personale. Nel 1942 al «Premio Bergamo» si aggiudica il secondo premio con «la Crocifissione» che aveva realizzato nel 1940.
In quegli anni di guerra (1943-1945), partecipa attivamente alla lotta contro il nazifascismo e dipinge con inchiostri colorati la serie di tavole Gott mit uns. Nel periodo successivo subisce l’influenza della figurazione post-cubista di Picasso. Guttuso non nascondeva la sua propensione per una pittura impegnata socialmente e negli anni del dopoguerra aderì al Fronte Nuovo delle Arti che si poneva in antitesi rispetto alle tendenze formaliste di quasi tutta l’arte astratta. Alla fine degli anni Cinquanta i suoi quadri vengono influenzati dall’espressionismo e dipinge 1959/60 «La discussione» acquistato dalla Tate Gallery di Londra. Nel 1961 a Mosca al Museo Puskin tiene una grande mostra personale.  


Nel 1971 gli vengono dedicate due grandi antologiche a Palazzo dei Normanni a Palermo e al Musée d’Art Moderne de la Ville di Parigi. Nel 1972 esce il suo libro «Il mestiere di pittore». Nel 1973 per la Galleria Civica di Bagheria sceglie una serie di opere sue e di altri artisti. Nel 1982 al centro di Cultura di Palazzo Grassi a Venezia gli viene allestita una grande mostra antologica. Tre anni più tardi espone a Palazzo Reale a Milano e affresca la volta del Teatro lirico di Messina.
Alle elezioni politiche del 20 giugno 1976 Renato Guttuso venne candidato al Senato dal Partito Comunista Italiano ed eletto Senatore della Repubblica nel collegio di Sciacca in Sicilia. Venne poi riconfermato nelle elezioni del 3 giugno 1979 nel collegio di Lucera.




Il dipinto: La battaglia di Ponte dell’Ammiraglio

In preparazione del grande dipinto Renato Guttuso eseguì molti studi e bozzetti preparatori e nel 1951 un olio su tela di proprietà della CGIL, in questa foto.




La battaglia di Ponte dell’Ammiraglio fu conclusa da Guttuso nel 1952 e lo stesso anno venne presentata alla biennale di Venezia. Già durante la sua realizzazione il dipinto divenne oggetto di discussione per la scelta dell’artista di attualizzare il dipinto raffigurando col volto dei combattenti garibaldini diversi esponenti della cultura, dell’arte e della politica di quegli anni, tutti militanti e dirigenti del Partito Comunista Italiano. Renato Guttuso che era a sua volta militante e dirigente dello stesso partito intendeva in quel modo legare la storia dell’epopea garibaldina alla storia più recente dell’Italia, alla resistenza, alle battaglie della sinistra in quei difficili anni in cui per volere degli USA, De Gasperi e il gruppo dirigente della DC avevano rotto l’unità dei partiti antifascisti. Il dipinto venne regalato da Guttuso al PCI e venne collocato nel salone delle riunioni della scuola del partito alle Frattocchie (nella zona dei castelli romani). Negli anni 90 dopo lo scioglimento del PCI e la chiusura di Frattocchie il dipinto fu venduto alla Galleria degli Uffizi di Firenze dove si trova attualmente.




Ponte dell'Ammiraglio


Ponte dell’Ammiraglio di Palermo è un ponte a dodici arcate costruito intorno al 1113
dai normanni che a quell’epoca dominavano la città. Prende il nome da Giorgio d’Antiochia che era un Ammiraglio dell’esercito di re Ruggero II°. In origine collegava la città di Palermo ai giardini che si trovavano oltre il fiume Oreto. Attualmente, il fiume non scorre più sotto le sue arcate, nel 1938, infatti il corso dell’Oreto venne deviato per proteggere i quartieri dove scorreva dai suoi continui straripamenti. Al posto dell’acqua c’è un giardino, ricco di piante grasse e un viale alberato e si può raggiungere da Corso dei Mille.




Garibaldi e la battaglia di Ponte dell'Ammiraglio

Il 27 maggio del 1860 alle prime luci dell’alba, presso il ponte dell’Ammiraglio,  il generale Giuseppe Garibaldi alla guida dei mille e dei picciotti, attaccò il contingente delle truppe borboniche guidate dal generale Ferdinando Lanza. I soldati dei Borbone erano stati posizionati proprio in quel punto perché avevano il compito di presidiare la zona meridionale della città da dove si sapeva sarebbero giunti gli uomini della Spedizione dei mille. I garibaldini, infatti,  provenivano dalla frazione di Gibilrossa nei pressi del Monte Grifone che si trova a Sud di Palermo. Una volta passato il ponte dell’Ammiraglio, le camicie rosse, nonostante la forte resistenza delle truppe borboniche, irruppero a Palermo passando da Porta Termini.

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