martedì 10 dicembre 2013

Nelson Mandela: Invictus






Invictus è una poesia del poeta inglese William Ernest Henley  che la scrisse nel 1875 in un letto d'ospedale. Henley che era nato nel 1849 a dodici anni  si ammalò del morbo di Pott, una forma molto grave di tubercolosi ossea che condizionò la sua intera vita.

Nelson Mandela la lesse e la recitò molte volte durante i suoi 28 anni di prigionia. La dedichiamo a lui ricordandolo proprio come il titolo della poesia: Invictus  imbattuto, indomito.




Invictus

Out of the night that covers me,
Black as the pit from pole to pole,
I thank whatever god may be
For my unconquerable soul.

In the fell clutch of circumstance
I have not winced not cried aloud.
Under the bludgeonings of chance
My head is bloody, but unbowed.

Beyond this place of wrath and tears
Looms but the Horror of the shade,
And yet the menace of the years
Finds and shall find me unafraid.


It matters not how strait the gate,
How charged with punishments the scroll,
I am the master of my fate:
I am the captain of my soul.


Traduzione 

Dal profondo della notte che mi avvolge,
Nera come il pozzo più profondo che va da un polo all'altro,
Ringrazio qualunque dio esista
Per la mia anima indomabile.

Nella feroce morsa delle circostanze
Non mi sono voltato indietro né gridato angosciato.
Sotto i colpi d'ascia della sorte
Il mio capo è sanguinante, ma non chino.

Oltre questo luogo di collera e lacrime
Incombe solo l’Orrore delle ombre,
Eppure la minaccia degli anni
Mi trova e mi troverà senza paura.


Non importa quanto sia stretto il passaggio,
Quanto piena di castighi la vita,
Io sono il padrone del mio destino;
Io sono il capitano della mia anima.

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